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Bozzetti che son capolavori. Il “puro” segno di Rubens illumina Rotterdam

Puro Rubens *
Puro Rubens
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Il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam ospita una particolare retrospettiva su Rubens, focalizzata sui bozzetti, che molto spesso rivelano una sorprendente qualità artistica, superiore ai dipinti successivi. Fino al 13 gennaio 2019.

Rotterdam. L’incompiutezza e l’imperfezione, dannazioni dell’umano pensiero, possiedono a livello artistico un fascino ineffabile legato alla suggestione della potenzialità che potrebbe svilupparsi. Inoltre, per quanto accennato, incompiuto, non rifinito, il bozzetto possiede un fascino del tutto particolare perché permette di conoscere le fasi di concepimento e sviluppo di un’idea pittorica (o scultorea, a seconda dei casi), e molto spesso ne svela interessanti retroscena. Può infine accadere che, per uno strano scherzo del caso, il bozzetto risulti migliore dell’opera compiuta.

Osservando quelli di Peter Paul Rubens (1577-1640), si ricava esattamente questa impressione, perché molto spesso, un po’ come accaduto con Raffaello, per i dipinti (e specialmente quelli di grandi dimensioni), il maestro ricorreva all’aiuto degli allievi, la cui mano risultava qualitativamente inferiore, e ciò si riverberava sul risultato finale. Al contrario, i bozzetti a olio, eseguiti interamente da Rubens, possiedono una notevole forza espressiva ricca di suggestioni, una maggior carica emotiva, un più intenso magnetismo, un più armonico equilibrio delle forme.

Puro Rubens
Peter Paul Rubens – Filopoeme riconosciuto da un’anziana donna, 1609 Musee du Louvre

Già a quattordici anni Rubens si scoprì pittore, allievo del compatriota Tobias Verhaecht (1561-1631), ma per la sua carriera fu fondamentale il lungo soggiorno in Italia, dove fu dal 1600 al 1608, e dove poté osservare da vicino quei capolavori rinascimentali e tardomanieristi che avevano contribuito a creare in Europa la fama di cui godeva la Penisola che era all’epoca una sorta di “università delle belle arti” a cielo aperto. Artisti da tutto il Continente vi scendevano per studiare le invenzioni di Michelangelo, Leonardo, Raffaello, Caravaggio, il cui sensuale naturalismo affascinò in particolare i fiamminghi. In parte anche Rubens ne subì l’influenza, evidente in alcuni ritratti dai quali emergono volti turgidi e sguardi febbrili.

Ma più in generale, Rubens prediligeva i maestri del Rinascimento, a cominciare da Leonardo da Vinci. La Battaglia di Anghiari, per quanto incompiuta, riveste una particolare importanza nella storia dell’arte, per il dinamismo che Leonardo ha imposto alle figure, in particolare ai cavalli, dei quali si intuiscono solo alcune parti del corpo, ma tanta è la forza dell’arte, che certe volte riesce a mostrare anche quello che non si vede.

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Peter Paul Rubens – Il trionfo di Bacco, 1636 Rotterdam, Museum Boijmans Van Beuningen

Rubens rimase profondamente colpito dagli schizzi leonardeschi, di cui forse aveva visto alcune riproduzioni a Rotterdam, o in originale in Italia. In ogni caso, vi trasse ispirazione per La caccia al leone (1615 ca.), caratterizzato da un dinamismo moderno, cinematografico, che lascia immaginare una carica di cavalleria in un film di John Ford. Un’ulteriore dimostrazione dell’energia che sprigionano questi bozzetti, nei quali Rubens dispiega al meglio il suo tratto.  Non casualmente, la mostra s’intitola “Puro Rubens“, a suggerire quanto autentica fosse l’ispirazione dell’artista nei bozzetti. Realizzati in fretta, con alcune parti dipinte a olio, altre semplicemente disegnate a carboncino, sprigionano un’immediatezza che tante pitture non possiedono, appesantite dal tratto grossolano di molti dei suoi allievi.

Oltre ai bozzetti, la mostra propone una vasta selezione di importanti dipinti che ben spiegano le fasi della carriera di Rubens, in particolare il cambiamento di stile occorso a seguito della Controriforma, nel clima della quale l’artista adottò una monumentalità imposta dalle circostanze, ma che seppe interpretare però in maniera del tutto personale, sviluppando modelli estetici che più tardi, nel Settecento, avrebbero esercitato notevole influenza su artisti quali Antoine Watteau e Jean-Honoré Fragonard.

Puro Rubens
Peter Paul Rubens – La caccia al leone, c. 1615, London, The National Gallery

Rubens proveniva dal mondo della Riforma, pur essendo cattolico ne aveva respirata l’aria liberale, e la sua mentalità non si adattò completamente al nuovo corso imposto da Roma. Nei suoi dipinti, ben lontani dal sussiego ecclesiastico seicentesco, palpita la vita quotidiana, non scevra di civetteria femminile.

Potendo contare sui preziosi bozzetti, di cui il museo possiede una delle più vaste collezioni al mondo, questa retrospettiva racconta il “dietro le quinte” dell’opera di Rubens, e suggerisce sottilmente che forse le opere dell’ingegno, o della vita in genere, sono più affascinanti quando sono ancora tali, e perdono fascino quando prendono forma concreta.

Se in un ipotetico archivio celeste si potesse trovare il bozzetto dell’essere umano, chissà che non lo si scopra molto migliore di quello che in realtà è. Forse, somigliante all’Ercole di Rubens (questo, però, un dipinto compiuto), direttamente ispirato all’Ercole Farnese oggi conservato a Napoli, e del quale il maestro fiammingo ha tradotto in poesia la plastica muscolarità del marmo romano.

Puto Rubens
Rubens, Peter Paul (1577-1640): The Three Graces. Florence, Galleria Palatina*** Permission for usage must be provided in writing from Scala. ***

Informazioni utili

Puro Rubens

Museo Boijmans Van Beuningen, Museumpark 18, 3015 CX Rotterdam

Fino al 13 gennaio 2019

In collaborazione con il Museo Nacional del Prado

A cura di Friso Lammertse e Alejandro Vergara

www.boijmans.nl

*Peter Paul Rubens – Achille istruito dal centauro Chirone, 1635 Rotterdam, Museum Boijmans Van Beuningen

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