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Gubbio al tempo di Giotto. Splendori medievali in una mostra in più sedi

Mello da Gubbio, Pala di Agnano (particolare), Gubbio, Museo Diocesano Mello da Gubbio, Pala di Agnano (particolare), Gubbio, Museo Diocesano
Mello da Gubbio, Pala di Agnano (particolare), Gubbio, Museo Diocesano
Mello da Gubbio, Pala di Agnano (particolare), Gubbio, Museo Diocesano

Una mostra diffusa racconta in 60 opere il passaggio dai Secoli Bui alla rinascita dell’età comunale. Nelle sedi di Palazzo dei Consoli, Palazzo Ducale e Museo Diocesano a Gubbio (Pg) fino al 4 novembre 2018.

Il Medioevo è la stagione dell’Umbria. Mai come in quei secoli il territorio ha brillato per creatività artistica e architettonica, che si intersecava con le esigenze di una fede ardente e popolare insieme, che ebbe in San Francesco l’espressione più nobile e compiuta. Un’aura che ancora oggi si percepisce per le strade di cittadine che hanno conservato il loro aspetto antico, e incastonate in un paesaggio rimasto da secoli pressoché immutato. In questo prezioso contesto, risaltano in modo particolare i tesori artistici dell’epoca, esposti in occasione della mostra Gubbio al tempo di Giotto. Tesori d’arte nella terra di Oderisi, che ricostruisce l’immagine politica e culturale della città, tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento, quando l’influenza innovatrice della pittura giottesca giunse anche in Umbria, per tramite di una folta schiera di seguaci dell’illustre pittore-architetto.

Maestro dei Corali di Gubbio, Antifonario, Gli ebrei piangono lungo i fiumi di Babilonia, Gubbio, Archivio di Stato, ms. R
Maestro dei Corali di Gubbio, Antifonario, Gli ebrei piangono lungo i fiumi di Babilonia, Gubbio, Archivio di Stato, ms. R
Maestro delle Croci francescane (Guido di Pietro da Gubbio), Messale Romano, Crocifissione, Assisi, Biblioteca del Sacro Convento, ms. 262
Maestro delle Croci francescane (Guido di Pietro da Gubbio), Messale Romano, Crocifissione, Assisi, Biblioteca del Sacro Convento, ms. 262

Arco temporale che va dal 1250 circa agli anni Settanta del XIV Secolo, segnato, circa a metà, dalla spaventosa epidemia di peste che nel 1348 decimò l’intera Europa. Ma soprattutto, l’epoca è segnata dall’esperienza dei liberi comuni, che allignano nell’Italia Centrale e Settentrionale; al di là di poche eccezioni nelle Marche e nel Lazio, l’Umbria segna il confine meridionale di questa esperienza politica che, di fatto, segnò l’inizio del declino del Medioevo rurale e feudale.

Pur all’interno dello Stato della Chiesa, la stessa Gubbio fu un libero Comune – di parte guelfa -, che se non raggiunse un’apertura commerciale su scala nazionale, ebbe comunque una fiorente economia di scambi locali. Nella turbolenta galassia dei Comuni italiani, quello eugubino fu tra i pochi che poté godere di una certa stabilità, in virtù dell’equilibrio tra le forze sociali che partecipavano al potere, e della semplicità dei criteri di selezione: il livello di ricchezza e la residenza nei quartieri entro le mura urbane. La partecipazione era quindi assai più ampia e “democratica” rispetto agli altri Comuni. E questa stabilità fu alla base di uno sviluppo artistico uniforme, non guidato da rivalità tra fazioni come accadeva ad esempio a Firenze.

Maestro Espressionista di Santa Chiara (Palmerino di Guido), Polittico, Crocifissione (particolare), Assisi, Protomonastero di Santa Chiara
Maestro Espressionista di Santa Chiara (Palmerino di Guido), Polittico, Crocifissione (particolare), Assisi, Protomonastero di Santa Chiara
Maestro delle Croci francescane (Guido di Pietro da Gubbio), Crocifisso, Camerino, Museo Civico di San Domenico
Maestro delle Croci francescane (Guido di Pietro da Gubbio), Crocifisso, Camerino, Museo Civico di San Domenico

Fra i primi artisti eugubini a guadagnare fama oltreconfine, quell’Oderisi che nel a cavallo fra il 1268 e il 1271 lavorò a Bologna alle dipendenze dei Lambertazzi, alla decorazione di numerosi antifonari. Il modello bizantino è ancora quello di riferimento, per un’arte che ancora non ha conosciuto Giotto. Il padre di Oderisi, Guido di Pietro da Gubbio, fu anch’egli valente miniatore e pittore, seguace della “maniera greca” (ovvero lo stile bizantino) che influenzò l’arte italica fino a Cimabue compreso. In apertura di mostre, preziose opere del secondo Duecento, da raffinati messali e codici miniati, a sculture lignee, fino a crocefissi dipinti, sovente di artisti anonimi, data la difficoltà di reperimento di fonti scritti in secoli così remoti.

La mostra tocca l’apice con i giotteschi, Lorenzetti, Mello da Gubbio e seguaci, con opere risalenti al primo Trecento. In questi anni, fra Siena e Assisi molti pittori eugubini ebbero occasione di conoscere la lezione di Giotto e Pietro Lorenzetti, fondamentale per l’ammodernamento della pittura umbra. Palmerino di Guido fu il principale “allievo” umbro di Giotto, con il quale affrescò due cappelle nella Basilica di San Francesco ad Assisi, e con quel nuovo stile ben impresso nella mente, tornò a Gubbio per eseguire gli affreschi nella chiesa dei Frati Minori. Del linguaggio del Lorenzetti, invece, Mello da Gubbio fu il principale apostolo in patria, distaccandosi però dal maestro per la precoce adozione di accenti di naturalismo gotico e per l’intensa espressività impressa ai personaggi sacri, attraverso l’uso del chiaroscuro e un accentuato cromatismo dei tratti somatici. Attorno a Mello si radunò idealmente un gruppo di artisti che fece propria la lezione lorenzettiana, come il Maestro di Montemartello, o i vari minori che frequentarono la sua bottega.

Pietro Lorenzetti, Trittico, Gubbio, Palazzo Ducale
Pietro Lorenzetti, Trittico, Gubbio, Palazzo Ducale
Maestro Espressionista di Santa Chiara (Palmerino di Guido), Cassa di Sant'Ubaldo, Cristo benedicente (particolare), Gubbio, Raccolta Memorie Ubaldiane
Maestro Espressionista di Santa Chiara (Palmerino di Guido), Cassa di Sant’Ubaldo, Cristo benedicente (particolare), Gubbio, Raccolta Memorie Ubaldiane

Sotto l’influsso di Giotto e Lorenzetti, anche la pittura umbra conobbe una fase di “volgarizzazione”, ovvero cominciò a parlare il linguaggio del popolo, che era poi quello di Dante, San Francesco, Santa Chiara e San Bernardino. E lentamente, gli irreali fondi oro vengono lasciati da parte per calare i personaggi nel mondo reale, fatto città e campagna; l’arte diviene quindi sempre più terrena, specchio o metafora della vita dell’essere umano.

Mello da Gubbio, Madonna dei Consoli, Gubbio, Museo Civico di Palazzo dei Consoli, Sala delle Tavole Eugubine (opera in loco)
Mello da Gubbio, Madonna dei Consoli, Gubbio, Museo Civico di Palazzo dei Consoli, Sala delle Tavole Eugubine (opera in loco)

La mostra di Gubbio, che è stata anche occasione per necessari restauri d’importanti opere tornate al loro antico splendore, racconta un’epoca di sviluppo artistico e civile, con il primo reso possibile dal cambio di prospettiva della vita comunale, non più dominata da Papato o Impero, e quindi aperta a una visione meno mistica e più pratica dell’esistenza quotidiana. Una nuova società, più dinamica e intraprendente, prendeva forma dopo i lunghi Secoli Bui, e raccontata dai novellieri, dai poeti, e appunto anche dagli artisti, che a Gubbio e dintorni lasciarono preziose testimonianze.

Mello da Gubbio, Pala di Agnano, Gubbio, Museo Diocesano
Mello da Gubbio, Pala di Agnano, Gubbio, Museo Diocesano
Tabernacolo Reliquario, Gubbio, Museo Civico di Palazzo dei Consoli
Tabernacolo Reliquario, Gubbio, Museo Civico di Palazzo dei Consoli

 

Scultore romanico del XIII secolo, Gruppo di Deposizione, Montone, Complesso Museale di San Francesco
Scultore romanico del XIII secolo, Gruppo di Deposizione, Montone, Complesso Museale di San Francesco

Gubbio al tempo di Giotto. Tesori d’arte nella terra di Oderisi

Gubbio, Palazzo dei Consoli, Museo Diocesano, Palazzo Ducale
07 luglio 2018 – 04 novembre 2018

Orari:
Dal lunedì alla domenica dalle ore 10.00 alle 19.00
(le biglietterie chiudono alle ore 18.00)
Aperta il 15 agosto e il 1 novembre 2018

Biglietti:
Intero 12,00 €
Ridotto 10,00 €
sito ufficiale della mostra

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