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La caduta nel Limbo di Kapoor è solo una tappa nel viaggio dell’arte verso l’inferno

From The Square to The Hole, tutti giù in Discesa per il Limbo.
Già “The Square”, il film di Ruben Östlund, aveva messo alla berlina l’ipocrisia del politically correct e dell’affine cretinismo culturale del Contemporary. Ora ci pensa la cronaca vera ad annullare il diaframma che separa la finzione dalla realtà consegnandoci il grottesco episodio accaduto in Portogallo, al Museo Serralves di Porto. Durante la visita alla mostra “Anish Kapoor, lavori, pensieri, esperimenti”, un incauto e incantato (?) visitatore, ingannato dalla perfezione tecnica di quel disco nero sul pavimento, è precipitato nel buco nero che l’opera Discesa nel Limbo celava. Limbo che per fortuna non si è trasformato in un inferno, essendosi risolto l’episodio senza gravi conseguenze per il malcapitato.

A guardar bene, in fondo, l’intento del Maestro si è  inverato, il trompe l’oeil è perfettamente riuscito. L’effetto Circo Barnum ha funzionato. Il fruitore può dirsi paradossalmente soddisfatto, il suo  viaggio nel limbo lo ha effettivamente fatto. Da tempo l’arte ha ormai poche frecce nella sua faretra, una delle quali è in modalità freaks, inteso come evento eccezionale, fuori dalla norma. I pionieristici ambienti spaziali dei primi anni Sessanta si sono trasformai in super tecnologiche toontown dove lo smarrito spettatore può finalmente vivere esperienze straordinarie. Il circo si è evoluto, dalla donna scimmia ai sofisticati effetti speciali del Maestro.

Dopo “Cercle et Carré”ecco “Square and Hole”. È lunga la  china che porta all’inferno passando, ovviamente, per il limbo.
Ma il viaggio è iniziato.

Infernali saluti

L.d.R.

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