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La donna che amava i colori – Mary P. Merrifield: lettere dall’Italia: alla ricerca del segreto della vera pittura degli antichi maestri

La donna che amava i colori - Mary P. Merrifield: lettere dall’Italia

La donna che amava i colori - Mary P. Merrifield: lettere dall’ItaliaLa donna che amava i colori – Mary P. Merrifield: lettere dall’Italia: alla ricerca del segreto della vera pittura degli antichi maestri e della ricetta per la polenta perfetta

La donna che amava i colori – Mary P. Merrifield: lettere dall’Italia: n questo volume sono state pubblicate, per la prima volta, le lettere che la “signora delle tecniche artistiche” ha spedito al marito durante il suo viaggio in Italia alla ricerca del segreto della vera pittura degli antichi maestri.

Mary P. Merrifield è stata una scrittrice e studiosa britannica con un percorso professionale molto eclettico: da studiosa delle tecniche artistiche a studiosa e esperta di alghe. Queste lettere costituiscono un materiale insolitamente interessante, che ci illumina sulla situazione degli studi sulle tecniche artistiche dell’Ottocento italiano e inglese (praticamente nulli).

Mary P. Merrifield metà dell’Ottocento scoprì, trascrisse e tradusse manoscritti sulle tecniche artistiche con cui gli antichi maestri realizzavano le loro opere; studiò i pigmenti e i colori, classificandoli ed esaminandone le proprietà fisiche e chimiche. La pittura inglese viveva in quegli anni, e da diversi anni, un momento di particolare declino tecnico, il problema delle opere dei pittori inglesi, a partire da quelli di chiara fama come Joshua Reynolds ad esempio, era la loro deperibilità.

Dopo aver pubblicato con successo uno studio sulla pittura ad affresco, non praticata dagli inglesi, la passione e lo scrupolo nella ricerca fecero sì che Mary Philadelphia Merrifield (1804-1889) divenisse nota come «la signora delle tecniche artistiche», pubblicando le sue scoperte negli Original Treatises on the Arts of Painting (1849), ancora oggi punto di riferimento per storici dell’arte, restauratori e storici delle tecniche artistiche.

Della vita di questa studiosa precisa e appassionata si avevano poche tracce, fino al recente rinvenimento, a Brighton, di trentanove lettere destinate al marito, scritte di suo pugno tra il 1845 e il 1846, quando percorse l’Italia alla ricerca di manoscritti.

>> Per la prima volta queste lettere vengono raccolte e pubblicate nel volume La donna che amava i colori. Mary P. Merrifield: lettere dall’Italia, a cura dello studioso indipendente di fonti di storia dell’arte Giovanni Mazzaferro.

Madre di cinque figli, Mary lascia l’Inghilterra assieme al primogenito diciottenne, Charles, e su incarico del governo comincia assidue ricerche in archivi e collezioni private di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia.

Quello di Mary rappresenta un modello di famiglia molto moderno per l’Inghilterra di quegli anni: il figlio maggiore trascrive tutti i manoscritti, il marito si occupa delle introduzioni dei libri della moglie (e non il contrario come spesso accadeva), il terzogenito quattordicenne ne redige gli indici.
Se pensiamo che Mary Shelley, solo pochi anni prima, non aveva avuto nemmeno modo di pubblicare a suo nome la prima edizione del proprio Frankenstein, -trovando tra l’altro un editore disponibile solo a patto che l’introduzione fosse firmata dal marito- l’assoluta modernità di una figura come quella di Merrifield appare ancora più lampante.

Le lettere restituiscono la descrizione dettagliata del viaggio, spesso difficoltoso sotto diversi aspetti pratici.
Le descrizioni della realtà italiana spesso fanno sorridere (i piemontesi sono descritti come esseri orrendi e deformi, i veneti come bellissimi), così come la ricerca dei semi di patata (!) e della ricetta della polenta, per far fronte alla Grande carestia irlandese del 1845.

Merrifield racconta come, in quanto donna, restauratori e artisti non la considerano una potenziale concorrente, ma le svelano i ‘segreti’ delle tecniche più facilmente e senza timori, ma anche come la burocrazia e la reticenza (gelosia) dei depositari del sapere sono state fonte di grosse difficoltà. In diverse biblioteche o università non poteva accedere proprio in quanto donna (sarà quindi Charles, il figlio, a procedere in avanscoperta), molte di queste istituzioni erano aperte solo con orari molto ridotti. In una lettera racconta di come non era possibile prendere in prestito o far uscire alcun volume da alcune biblioteche conventuali causa scomunica in cui sarebbero incorsi i consenzienti monaci.

Quel che salta inoltre all’occhio è come, in quegli anni, la letteratura delle tecniche artistiche in Italia fosse praticamente inesistente. Qualcuno le consiglierà addirittura di fare ricerche in Belgio.

>> Il bibliotecario di Bologna mi ha detto: «Lei vuole libri così rari che nemmeno noi li abbiamo». Io gli ho risposto: «Questo è il motivo per cui sono venuta sin qui; i libri comuni posso procurarmeli anche a casa».

Queste lettere di Mary Merrifield, in particolare, sono interessanti per il lettore italiano perché mettono in luce tutta una serie di aspetti della cultura italiana antecedente ai moti del 1848. L’autrice, non nascondendo sarcasmo e dissenso, sottolinea a un certo punto come in Italia in quegli anni non esistesse alcuna forma di letteratura per l’infanzia, molto fiorente invece in Inghilterra.

>> Non sono ancora stata in grado di aver notizia di libri per bambini o di favole scritte in italiano; quelle che ho visto pubblicizzate sono traduzioni dal francese o dall’inglese. Le favole non esistono; il gusto italiano per il meraviglioso è convogliato dai preti verso un’unica direzione, quella dei miracoli dei Santi; alcuni miracoli si verificano occasionalmente anche al giorno d’oggi, per soddisfare gli amanti dell’incredibile.

Il materiale epistolare, data la natura privata, ha la caratteristica di avere uno stile corsivo, colloquiale ed eterogeneo. Parla della propria salute, come del cibo, dell’architettura, delle usanze e di ciò che la colpisce, come studiosa certo, ma anche come turista, del Nord Italia di quegli anni. Il suo è un racconto fresco e genuino.

Giovanni Mazzaferro (1965) è studioso indipendente di fonti di storia dell’arte. Ha fondato e gestisce dal 2013 il blog «Letteratura artistica», che pubblica, in italiano e in inglese, recensioni e ricerche in materia. Ha pubblicato Le Belle Arti a Venezia nei manoscritti di Pietro e Giovanni Edwards (Firenze, GoWare 2015) e Il Libro dell’Arte di Cennino Cennini (1821-1950): un esempio di diffusione della cultura italiana nel mondo, «Zibaldone. Estudios italianos de la Torre del Virrey», 1, 2015.

La donna che amava i colori
Mary P. Merrifield: lettere dall’Italia
a cura di Giovanni Mazzaferro
192 pp., brossura, 17 x 24 cm
ISBN: 978-88-99765-70-5
19,90 €
Officina Libraria

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