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Treviso, riapre la Pinacoteca del Museo Santa Caterina

Giovanni Bellini, Madonna con Bambino benedicente, 1470 - 1490 circa, tempera su tavola, cm 64.5 × 50.5. Treviso, Musei Civici di Treviso Giovanni Bellini, Madonna con Bambino benedicente, 1470 - 1490 circa, tempera su tavola, cm 64.5 × 50.5. Treviso, Musei Civici di Treviso
Tomaso da Modena Storie di sant'Orsola. Sant'Orsola parte in Pellegrinaggio, 1360-1366, affresco staccato. Treviso, Musei Civici di Treviso
Tomaso da Modena Storie di sant’Orsola. Sant’Orsola parte in Pellegrinaggio, 1360-1366, affresco staccato. Treviso, Musei Civici di Treviso

Riapre al pubblico la nuova Pinacoteca civica del Museo Santa Caterina di Treviso.

La Pinacoteca è una delle più antiche istituzioni culturali trevigiane, fondata nel 1851. Il nuovo allestimento si articola negli spazi della “manica lunga”, dalla quale si aprono piccoli ambienti in origine abitati dai frati. Un contesto che permette di godere dell’arte in un ambiente carico di storia ma completamente rinnovato nelle modalità espositive. La Pinacoteca, col nuovo allestimento, riapre sabato 24 febbraio.

>> Il progetto è curato da un gruppo di lavoro composto da Andrea Bellieni, Enrica Cozzi, Emilio Lippi, Maria Elisabetta Gerhardinger, Eugenio Manzato e Sergio Marinelli, ed è stato tradotto in termini museografici dal team di architetti Studiomas (Marco Rapposelli e Piero Puggina) che ha ridisegnato gli spazi, le luci, parte degli impianti e gli apparati didascalici.

Il risultato finale è un percorso di grande suggestione, che coniuga l’impatto estetico con la fruibilità da parte del pubblico.
L’itinerario si sviluppa in senso cronologico e muove – in ideale raccordo con i famosi cicli pittorici presenti nella ex Chiesa (le Storie di S. Orsola di Tomaso da Modena e i tanti altri affreschi del Tre e Quattrocento) – dalle testimonianze medievali fino al Settecento. Una selezione di circa 150 opere sottolinea la stretta interazione del Museo con il territorio, i collezionisti che l’hanno arricchito, gli artisti che a Treviso hanno lavorato.

Giovanni Bellini, Madonna con Bambino benedicente, 1470 - 1490 circa, tempera su tavola, cm 64.5 × 50.5. Treviso, Musei Civici di Treviso
Giovanni Bellini, Madonna con Bambino benedicente, 1470 – 1490 circa, tempera su tavola, cm 64.5 × 50.5. Treviso, Musei Civici di Treviso

Nelle prime sale si possono ammirare i brani figurativi staccati a partire dal tardo Ottocento da case, palazzi e chiese successivamente distrutte: un suggestivo squarcio dell’antica urbs picta, la “città dipinta” che ancora in parte sopravvive.

>> L’affresco con le Storie di Otinel, ad esempio, costituisce un raro esempio di narrazione in pittura di un poema cavalleresco in lingua franco-veneta, che a Treviso aveva uno dei maggiori centri di produzione e diffusione in Italia.

Il periodo del gotico internazionale è invece rappresentato da alcune opere tra cui una Madonna col Bambino di Gentile da Fabriano. Si prosegue poi con galleria dei capolavori del Rinascimento, con opere di Dario da Treviso, Cima da Conegliano, Giovanni Bellini, Pordenone, Lorenzo Lotto.

Segue la sala dedicata ai capolavori del Manierismo: le grandi pale d’altare di Paris Bordon e Jacopo Bassano e la galleria dei ritratti, tra cui celebre è quello di Tiziano dedicato a Sperone Speroni. In un ambiente più raccolto – una vera novità che recupera opere finora collocate nei depositi – si espongono quadri e oggetti di vario tipo che documentano il gusto collezionistico delle Wunderkammer, gli studioli privati fatti per stupire e che spesso costituiscono i nuclei dei primi musei aperti al pubblico.

Francesco Guardi, Veduta di San Giorgio Maggiore dal Molo, 1760-1762, olio su tela, cm 49 x 83,5. Treviso, Musei Civici di Treviso
Francesco Guardi, Veduta di San Giorgio Maggiore dal Molo, 1760-1762, olio su tela, cm 49 x 83,5. Treviso, Musei Civici di Treviso

Un’ampia antologia del patrimonio d’arte del Seicento e del Settecento completa il percorso con alcuni pezzi di recente restauro e mai esposti prima al pubblico; opere di Francesco Guardi, Rosalba Carriera, Giovanni Marchiori, Giambattista e Giandomenico Tiepolo.

Con questo riallestimento si completa la riorganizzazione del complesso di Santa Caterina, che valorizza la funzione museale dell’ex convento.

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