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Tre cose che farò nel 2018. Marco Trevisan

Marco Trevisan Marco Trevisan
Marco Trevisan
Marco Trevisan

Scopriamo i progetti per l’anno appena iniziato dei protagonisti del sistema dell’arte italiana: critici e storici dell’arte, direttori di museo, artisti, galleristi, collezionisti, operatori culturali

1. arte/tecnologia/impresa. Tra i miei obiettivi personali per il nuovo anno c’è senz’altro la volontà di approfondire il filone arte/tecnologia/impresa. Il progetto ArtOnTime da me co-ideato nel 2017 con Giorgio Fasol e Tommaso Cinti, si inserisce in questo contesto: premio e progetto espositivo legato alle arti performative, ma supportato da una nuova piattaforma di crowdfunding (www.artrasing.com), conclusosi il 2 dicembre scorso con l’ultima tappa al Palazzo delle Esposizioni nell’ambito di Digitalife. Tecnologia non intesa solamente come nuove opportunità per fruire dell’arte (nuove app, realtà virtuale, aumentata, etc), ma anche e soprattutto come modo in cui l’arte si produce (tecniche immersive, digital art, etc), e come, attraverso la tecnologia stessa, l’arte si avvicini alla società in generale, ed anche al mondo dell’impresa, cercando di interpretarla e di darne una chiave di lettura. Le ragioni dell’interesse sono molte: penso che sia tra le tipologie di espressione artistica più comprensibili e contemporanee per il grande pubblico, usando nuovi linguaggi e aprendo nuove porte, con curiosità e creatività e un plus educativo. È anche un dialogo che aiuta un altro importante collegamento, tra arte e società, così come tra arte e azienda, andando oltre al concetto di sponsorizzazione e partnership aziendale e aprendo una nuova era: penso ad esempio a Futurelab, il laboratorio di Ars Electronica (Linz), in cui aziende come Intel, Mercedes, SAP, etc., lavorano insieme a ricercatori ed artisti, sviluppando studi e cercando di rispondere a quesiti sul futuro della nostra società. Gli output possono essere installazioni digitali, opere, progetti, prodotti, studi, etc, ma il livello è altissimo e il legame arte-tecnologia-impresa si esprime per interpretare il futuro in una maniera unica, dove l’arte diventa mediatore culturale per far comprendere concetti complessi, facendo leva sulla curiosità e sulla immediatezza e l’istintivita’ del linguaggio. Per quanto riguarda le arti digitali e immersive, in Italia un interessante lavoro in questi anni è stato fatto da Digitalife, rassegna di lavori multimediali codificata all’interno del Romaeuropa Festival. C’è un lavoro di ricerca e sviluppo importante realizzato da alcune realtà accademiche, come la Scuola Sant’Anna di Pisa con il Prof. Bergamasco, e realtà interessanti in prospettiva come la Fondazione Mast e la Golinelli a Bologna, per non parlare dell’appena annunciato grande progetto della Città della Scienza nell’area post Expo Milano. Nel 2018 è mia volontà e mio interesse portare avanti questo percorso che ho intrapreso recentemente, concretizzando alcuni dialoghi che ho aperto, alcuni con i soggetti di cui sopra, che cerchi di creare un circolo virtuoso tra arte, tecnologia, scienza, società e impresa e che in tal modo crei valore e conoscenza oltre che intrattenimento. Percorsi ancora poco intrapresi in Italia.

2. formazione. Nel frattempo continua la mia consulenza per lo IED, specie con la sede di Venezia, per la quale devo sviluppare nuovi corsi legati al filone arte. Stiamo pensando con la direzione ad alcune nuove proposte per il 2018, che potrebbero riguardare l’ambito educational, il mercato, la gestione delle gallerie, il mondo dei servizi. Comunque è interessante che una realtà come lo IED, storicamente legata a progetti educativi nel mondo design, moda e comunicazione, abbia colto l’importanza della formazione in relazione all’arte e all’arts management, secondo l’approccio che gli è proprio: pratico, legato a casi reali, a testimonianze, a progetti concreti.

3. pasticceria. Per quanto riguarda la mia sfera personale, mi piacerebbe recuperare quest’anno quella che è parte della mia storia familiare e che non ho mai sufficientemente approfondito, a volte quasi per timore reverenziale… Sono figlio di pasticceri e sono sempre sono stato attratto, anche dal punto di vista estetico, dall’alta pasticceria, ma non mi ci sono mai dedicato più di tanto. Mi piace cucinare, ma la pasticceria l’ho toccata solo saltuariamente. Da un lato perché sono sempre stato abituato ad avere pronto ciò di cui avevo bisogno in tema di dolci, dall’altro perché, come dicevo, la cosa un po’ mi spaventava… Mio padre, dal mio punto di vista – anche se di parte – penso avesse qualcosa di speciale nella manualità, anche nelle decorazioni, in anni nei quali non c’era l’attenzione che c’è adesso. D’altronde uno dei suoi hobby preferiti era il dipingere, e mi ha trasmesso anche questo interesse. Ormai la pasticceria è passata di mano da qualche anno, e a mio padre ancora in vita – oltre che a me in prima persona – credo farebbe piacere vedere che qualche abilità l’ho ereditata, anche solo per diletto.


Marco Trevisan, consulente di Christie’s Italia, ed ex direttore generale della stessa, si occupa di arte e collezionismo da più di quindici anni. È consulente IED per lo sviluppo di corsi legati all’arte, e di altri progetti che uniscono arte e nuove tecnologie. È stato responsabile relazioni corporate per la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, responsabile comunicazione e marketing a New York per FMR Art’é, direttore di Affordable Art Fair Italia, ed ha collaborato tra gli altri con Contrasto, Axa Art e IlSole24Ore

www.artrasing.com

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