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Pollock: restauro del Number 1 aperto al pubblico

Number 1, 1949, 1949 Enamel and metallic paint on canvas 63 × 102 in 160 × 259.1 cm Number 1, 1949. Enamel and metallic paint on canvas 160 × 259.1 cm
Number 1, 1949, 1949 Enamel and metallic paint on canvas 63 × 102 in 160 × 259.1 cm
Jackson Pollock (1912 – 1956), Number 1, 1949.
Smalto e vernice metallica su tela, 160 × 259.1 cm

Un’opera di Jackson Pollock, il Number 1 della collezione del Moca LA,  è pronta per subire un intervento di pulizia: pubblicamente.

Quest’opera del 1949 di Jackson Pollock, tra i protagonisti indiscussi dell’informale americano, subirà presto un restauro. Fin qui, direte, niente di rivoluzionario. La novità risiede nella modalità con cui questo intervento di pulizia avrà luogo: sotto gli occhi di chiunque voglia assistere alla delicata operazione.

Dal 4 marzo al 3 settembre l’opera, che supera i 2 metri di lunghezza ed è composta da un groviglio di strati di vernice grigia, color crema, nera e oro, sarà pulita in una galleria aperta al pubblico presso il Museum of Contemporary Art di Los Angeles (MOCA LA). Interessante anche la presenza di un conservatore del Getty Conservation Institute (GCI) al quale sarà possibile porre domande riguardanti l’opera e le tecniche di restauro.

Tom Learner, direttore del dipartimento scientifico della GCI, parla delle condizioni del dipinto come “buone per le sue dimensioni” e dà un semplice motivo per l’intervento conservativo: «La tela è sporca, basti pensare a tutte le esposizioni ambientali a cui è sottoposta, specialmente durante questi giorni, con la caduta di cenere» riferendosi agli incendi divampati recentemente a Los Angeles.

>> La collaborazione con GCI permette al MOCA, che non ha un proprio staff di restauratori «di alzare il velo su questo tipo di interventi» e di condividere con il pubblico la scienza che sta sotto l’arte del restauro, dichiara Philippe Vergne, direttore del museo.

D’altra parte la GCI era in cerca di un “test case” per sperimentare alcuni sistemi di pulizia sviluppati appositamente per i dipinti contemporanei, che rispondono in modo diverso ai solventi rispetto alle tradizionali opere a olio (a causa delle componenti organiche di questa tipologia di medium).

Un veloce test di pulizia, su una piccola area del quadro, ha già portato buoni risultati. «È stato mostrato come in molte delle parti decorate con smalto bianco, quasi un color crema, sia stato possibile rimuovere una quantità significativa di impurità», dichiara Learner.

«La sfida più grande – aggiunge – sarà rendere la lenta e paziente scienza della conservazione abbastanza avvincente per tenere vivo l’interesse del pubblico. Questo è un esperimento per tutti – conclude Laerner – Il lavoro di conservazione non sempre è qualcosa di teatrale, da guardare, ma dobbiamo capire come renderlo il più accattivante possibile».

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