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Il Museo Richard Ginori acquistato dal Ministero dei beni culturali

Il Museo Richard Ginori è stato dal Ministero dei beni culturali Il Museo Richard Ginori è stato dal Ministero dei beni culturali

Il Museo Richard Ginori è stato dal Ministero dei beni culturaliIl Museo Richard Ginori è stato acquistato per 700mila euro dal Ministero dei beni culturali e turismo.

Il Museo Richard Ginori da ora è dello Stato italiano. Il museo manifatturiero è stato acquistato per 700mila euro dal Ministero dei beni culturali e turismo. L’azienda aveva dichiarato fallimento nel 2013 e in seguito era stata rilevata dal gruppo Kering.

«È un impegno mantenuto, salvata una collezione eccezionale, che è parte fondamentale del patrimonio italiano» ha commentato il ministro Dario Franceschini, che aveva annunciato la volontà del Mibact di acquistare il Museo e la sua collezione già qualche mese fa, proprio a Firenze, in apertura del G7 Cultura.

>> Lo stabile, fanno notare dal ministero, è stato comprato alla fine a un prezzo più basso rispetto alle stime fatte in precedenza dal demanio e dal tribunale. Entro 120 giorni poi passeranno al Mibact anche le preziose collezioni del museo, con una cessione resa possibile dalla legge che prevede la possibilità di pagare le tasse con opere d’arte.

Voluto dal marchese Carlo Ginori, che già dal 1737 aveva deciso di allestire uno spazio espositivo, il Museo di Doccia è collocato accanto alla fabbrica di Sesto: l’edificio attuale è stato inaugurato nel 1965. La collezione comprende più di diecimila tra ceramiche e modelli.

Fra le opere più significative, la Venere dei Medici che riproduce la statua della Tribuna della Galleria degli Uffizi, e il Camino coronato dalle riduzioni delle Ore del Giorno e della Notte delle tombe medicee di Michelangelo.

Ma sono da segnalare anche i pezzi disegnati da Giò Ponti (circa 400), in un percorso che arriva fino al servizio di bordo “Linea 72” disegnato da Joe Colombo per Alitalia.

Con l’acquisto da parte dello Stato il museo Ginori verrà affidato ora al Polo museale della Toscana. Assicura Franceschini: «entrerà a pieno titolo nel sistema nazionale dei musei che si occuperà della sua tutela e della sua valorizzazione».

L’intervento del Mibact è arrivato dopo che due aste (nel giugno 2016 e nel febbraio di quest’anno, con base fissata rispettivamente a 7 e 4,3 milioni di euro) indette dal giudice fallimentare del Tribunale di Firenze erano andate deserte.

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