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Egon Schiele, in arrivo al cinema la storia di un artista leggendario

EGON SCHIELE un film di DIETER BERNER

EGON SCHIELE un film di DIETER BERNERPresso il Cinema Spazio Oberdan Milano in anteprima dal 20 al 30 novembre 2017 (e nei cinema solo il 27-28-29 novembre) Fondazione Cineteca Italiana presenta Egon Schiele di Dieter Berner.

Pupillo di Gustav Klimt, Egon Schiele, di cui ricorrerà il centenario della morte nel 2018, è stato l’esponente di punta del primo espressionismo viennese. Un fascino conturbante avvolge la sua breve vita. Caratterizzato da un talento precoce, morto all’età di 28 anni, ha lasciato una produzione impressionante tra dipinti a olio, acquerelli e disegni. Egon Schiele incarna alla perfezione la figura di genio maledetto e termentato

Agli inizi del XX° secolo, Egon Schiele è tra gli artisti più provocatori e controversi di Vienna. La sua arte è ispirata da donne affascinanti e disinibite, in un’epoca che sta volgendo al termine. Due donne in particolare condizioneranno davvero la sua vita e la sua espressione artistica: sua sorella e sua prima musa, Gerti e la diciassettenne Wally, probabilmente l’unico vero amore di Schiele, immortalata nel suo famoso dipinto “La Morte e la fanciulla”.

Mentre i dipinti di Schiele creano scandalo nella società di Vienna, portando l’artista anche in tribunale con l’accusa di abuso su minore e di “pornografia”, collezionisti lungimiranti e artisti già acclamati come Gustav Klimt, iniziano a riconoscere l’eccezionale valore della sua arte. Quando lo scoppio della Prima guerra mondiale minaccerà la sua ricerca e libertà artistica, Schiele sceglierà di sacrificare alla sua arte, l’amore e la vita stessa, facendo del dolore e del suo disagio esistenziale, la cifra stilistica che lo consacrerà tra i maggiori interpreti dell’Espressionismo.

A dar volto a Schiele è stato chiamato Noah Saavedra, un po’ troppo bello per il ruolo, ma la magia del cinema è anche questa.

>> Il film si ispira al romanzo “Tod und Mädchen: Egon Schiele und die Frauen” di Hilde Berger e in Italia è distribuito da Draka Distribution in collaborazione con Twelve Entertainment come evento speciale al cinema il 27-28-29 novembre.

In anteprima dal 20 al 30 novembre 2017 il film sarà proiettato presso lo Spazio Oberdan, Fondazione Cineteca Italiana. Sul sito ufficiale è consultabile il calendario completo delle proiezioni.

EGON SCHIELE un film di DIETER BERNERDall’intervista al regista Dieter Berner, a cura di Karin Schiefer

Trovammo ciò che cercavamo nel suo particolare rapporto con la sessualità e il suo modo anticonvenzionale di relazionarsi alle donne che sceglieva come modelle… È la storia di un uomo che ha letteralmente consumato la sua vita in soli 28 anni, durante i quali ha creato opere per vedere le quali oggi la gente paga moltissimi soldi, opere in cui lui metteva tutto se stesso.

Il romanzo di Hilde Berger e il suo approccio alla vita di Egon, che mi affascina da sempre, hanno fatto scattare il mio desiderio di farne un film. Avevo già scritto sceneggiature con Hilde ma sulla storia di Schiele aveva molte riserve: per lei era un romanzo. Abbiamo comunque iniziato a lavorarci e il nostro obiettivo fu quello di individuare quale esperienza fosse stata particolarmente significativa per il pittore, cosa lo avesse spinto a dipingere.

Il suo lavoro mi ha sempre interessato ma non avevo mai pensato a un film. Solo conoscendo l’uomo Egon Schiele e la sua relazione con l’arte, attraverso Hilde Berger, ho iniziato a pensare ad un film nel quale raccontare cosa la pittura può significare per un uomo. Per Schiele la pittura era quasi un surrogato della realtà, fin dal principio. Da bambino non era molto bravo a scuola e spesso non faceva i compiti perché passava il tempo a disegnare. Era il suo modo per interpretare il mondo, attribuendogli un senso tutto suo. La sorella una volta disse che nei periodi di difficoltà Egon andava a rifugiarsi sulle rive del Danubio a disegnare.
Deve aver avuto un pessimo rapporto con il padre e il fatto che, a causa di questo o nonostante ciò, sia diventato un grande artista, è stato un aspetto molto interessante di cui tener conto nel raccontare la sua storia.
EGON SCHIELE un film di DIETER BERNERFin dall’inizio, la mia idea è stata quella di aprire il film con l’immagine delle fiamme che bruciano oggetti: Schiele era un giovane infuocato di passioni e genialità ma anche il fatto che il suo stesso padre, in un raptus di follia avesse gettato tutti gli avere di famiglia nel fuoco, è un evento che deve averlo fortemente segnato… non ha mai dato molto importanza al denaro… Non permise mai a se stesso di avvicinarsi a quello che era considerato più popolare al tempo o quello che sarebbe stato più facile da vendere. È rimasto legato ai suoi valori fino alla fine.

Per me la giovinezza rappresenta la parte più drammatica della vita. La vedo come una battaglia per marcare il territorio, che ogni generazione deve combattere per ottenere il proprio spazio.
Mi definirei un sessantottino: la mia generazione era alla ricerca di un nuovo modo di confrontarci con il mondo, lo sentivamo come un dovere, soprattutto dopo quello che i nostri genitori avevano passato durante la guerra, che fu per loro anche trasformare il passato in un taboo. La nostra missione era quella di trovare qualcosa di nuovo da dire, una nuova forma di espressione. Come avremmo dovuto vivere le nostre vite? Quali erano le cose importanti? Quali i nuovi valori, in nome dei quali affrancarci dal nostro passato fascista?

Questo è quello che mi accomunava alla generazione di Schiele. Anche loro avevano la netta percezione che il mondo non poteva perpetrare l’ordine mantenuto fino a quel momento e la loro reazione fu quella di inventarsi nuove idee e nuovi modi per esprimerle. Quelle idee non potevano venire dal governo, per questo ci fu quell’incredibile risveglio della gioventù e in quell’epoca in Austria si raggiunsero alcuni dei più grandi risultati di tutti i tempi nelle scienze, nelle arti e nella medicina.EGON SCHIELE un film di DIETER BERNERSappiamo che Schiele era un accanito lettore e che nell’era di Sigmund Freud la scoperta della sessualità era un argomento molto discusso dalla società. Un altro tema molto vicino a Schiele era la follia: la pazzia di suo padre ha sicuramente influito molto sulla sua vita e sulla sua visione del vivere e le sue immagini riportano spesso riflessioni sulla morte e la decadenza. Lui stesso aveva una personalità vibrante e complessa e si conoscono
numerose relazioni con donne diverse.

>> Ha dato al corpo nuove significati espressivi attraverso i quali cercava di raccontare delle storie… Schiele si chiedeva, come farebbe un regista, quali erano i “gesti parlanti” o i momenti visibilmente interessanti e li catturava nel suo album di schizzi. Le sue immagini sono costruzioni elaborate e mai fatte a caso.

Quando si lavora a un film incentrato su un pittore inevitabilmente ci si scontra con la domanda “in che posizione collochiamo l’opera”? “Che significato ha”? Ovviamente ce lo siamo chiesti anche con Schiele. E abbiamo scoperto che era anche fotografo e le sue foto dimostrano come spesso usasse pose inusuali. In pratica inventò qualcosa di nuovo, delle nuove pose espressive. Ha dato al corpo nuove significati espressivi attraverso i quali cercava di raccontare delle storie. Cosa può dire il solo corpo di noi come persone? Sicuramente è una domanda molto interessante per qualsiasi regista e volevamo approfondire questo spunto nel film. Come si fa ad inventare delle nuove posizioni espressive per il corpo? In qualche modo era una modalità di dirigere una scena e, in questo senso, i pittori si possono considerare i registi delle loro opere.

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