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Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini

Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini

Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
. Una mostra a cura di Marino Barovier, aperta al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia fino al 7 gennaio 2018.

È dedicata a  Vittorio Zecchin, artista che negli anni Venti reinterpretò la classicità per rilanciare e modernizzare Murano, l’esposizione autunnale de Le Stanze Del Vetro. In mostra una raffinatissima produzione di 250 opere monocrome in vetro soffiato, realizzate quando Zecchin era direttore artistico per la V.S.M. Cappellin Venini & C. (1921-25), prima, e per la M.V.M. Cappellin & C poi (1925-26)

Artista e pittore muranese, figlio di un tecnico vetraio, Vittorio Zecchin (1878-1947) è stato un grande protagonista del vetro del Novecento, che ha contribuito in modo determinante a modernizzare negli anni Venti, proponendo sul mercato – con l’appoggio di due imprenditori illuminati come Giacomo Cappellin e Paolo Venini – soffiati monocromi con forme di grande eleganza che reinterpretavano la classicità, spesso ispirate alla vetraria del Cinquecento o ai vetri sulle tele di pittori veneziani del XVI secolo.

>>Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini, a cura di Marino Barovier, è la mostra autunnale de Le Stanze del Vetro dedicata all’artista, aperta al pubblico sull’Isola di San Giorgio Maggiore dall’11 settembre 2017 al 7 gennaio 2018.

La mostra presenta circa 250 vetri eterei soffiati e vuole porre l’accento su quella raffinatissima produzione che segnò una svolta decisiva nel panorama muranese del XX secolo, contribuendo in misura rilevante alla rinascita di questo settore che, salvo rare eccezioni, era fermo sulla sterile ripetizione di modelli ormai sorpassati.

In particolare Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini documenta la produzione di Zecchin a partire dal 1921, quando venne chiamato, in qualità di direttore artistico, alla V.S.M. Cappellin Venini & C., vetreria fondata quell’anno dall’antiquario veneziano Giacomo Cappellin e dal neoavvocato milanese Paolo Venini, con l’intento di realizzare una nuova produzione rivolta a una clientela alto borghese.

Nel percorso espositivo della mostra si possono ammirare coppe e vasi di grande rigore ed eleganza.
Tra i vetri dalle linee classiche si distingue il celebre vaso detto ‘Veronese’, che trae origine da un modello presente nella grande tela cinquecentesca de L’annunciazione, dipinta dall’omonimo pittore e conservata alle Gallerie dell’Accademia a Venezia.

Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
Paolo Veronese, Annunciazione, 1578. Dettaglio.

Il riferimento alla pittura e ai manufatti di quel periodo si potranno apprezzare anche nella piccola rassegna di servizi da tavola che sembrano tratti dalle mense di Tintoretto e che documentano a titolo esemplificativo le numerose realizzazioni della vetreria in questo ambito. Allo stesso modo, la produzione di carattere più utilitaristico verrà documentata da una piccola selezione di compostiere, per la maggior parte impreziosite sul coperchio da delicati frutti d’ispirazione settecentesca.

>> I manufatti della Cappellin Venini si distinsero subito rispetto alle coeve realizzazioni muranesi sia per le proporzioni classiche e le linee di notevole essenzialità, sia per le notevoli cromie in prevalenza dai toni delicati, ma anche dalle tonalità intense e brillanti giocate nei toni del giallo, del verde, del blu e dell’ametista.

Il lavoro di Zecchin rispondeva appieno al nuovo gusto che andava affermandosi in quegli anni. A dimostrazione di ciò il notevole consenso che la vetreria riscosse fin dal suo esordio, sia in ambito nazionale che internazionale.
Tutto questo anche grazie alla sua partecipazione alle principali esposizioni di arte decorativa, tra cui la I Biennale di Monza nel 1923 e la celebre Exposition Internationale des Arts Décoratifs di Parigi del 1925.

Quest’ultima vide però la conclusione del sodalizio tra Cappellin e Venini, che proseguirono la loro attività ognuno per conto proprio.
Vittorio Zecchin rinnovò la collaborazione con Giacomo Cappellin e operò come direttore artistico della nuova fornace -dove rimase fino all’ottobre 1926- continuando a progettare nuovi modelli caratterizzati da un sobrio classicismo e da una signorile essenzialità.

>> SFOGLIA LA GALLERY CON LE OPERE IN MOSTRA

Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e VeniniVittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini
Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini

In occasione della mostra Vittorio Zecchin: i vetri trasparenti per Cappellin e Venini, verrà pubblicato un catalogo, edito da Skira per Le Stanze del Vetro, curato da Marino Barovier e Carla Sonego.

L’inaugurazione della mostra è stato l’evento di apertura della prima edizione di The Venice Glass Week, il primo festival internazionale dedicato all’arte vetraria (con un focus su Murano), in corso a Venezia fino 17 settembre 2017.

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