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La bellezza dell’assenza. La Sacra privata lacerata di Massimiliano Pelletti a Pietrasanta

Massimiliano Pelletti, Crystal Dea, madre cava di onice messicana, 2017 Massimiliano Pelletti, Crystal Dea, madre cava di onice messicana, 2017
Massimiliano Pelletti, Crystal Dea, madre cava di onice messicana, 2017
Massimiliano Pelletti, Crystal Dea, madre cava di onice messicana, 2017

Non sfregio bensì potenza, non plastica malformazione ma congenita virtù, valore della materia, atarassia della sostanza. Preziosa lacerazione, scoperchiamento della divina incrostazione. La carne resuscita in quel marmo, onice, bronzo, calcare, finemente levigato prototipo di riproposta posticcia serialità classica. Quella patina simulacro ideale senza traccia di caotiche granulosità intestine che contraddistinguono l’essenza. Massimiliano Pelletti (Pietrasanta, 1975), nipote d’arte di nonno scultore, attraverso una decina di nuovi lavori riporta la carne del cristallo al suo posto filosofando concretamente col tempo e scalpellandone il concetto, qui ed ora. Qui in Pietrasanta, ora alla Barbara Paci, con Flavio Arensi, con una Sacra privata di assoluta gravità solcata nell’abito cristallino delle opere: fusione di linguaggi, consapevolezza tecnica, simbolo, intima osmosi tra soggetto e oggetto che suggestiona i prismi di quarzo. Capacità di conciliare tutto ciò apponendo e lacerando. Donando. Coltivando l’assenza facendone brillare la presenza. La bellezza dell’assenza. Senza retorica, senza saccenza. Pelletti afferra il calco della storia, il modello del classico e lo sferza col tempo, lo sporco del reale, il calore crepato e follemente poroso del calcare – impura calcite che dà forma al divino. Il tangibile dell’Olimpo. Squarcia nel mezzo il cielo impestato di vapori di pietra di un giovane e bello (ideale) dio tempestato di sodalite boliviana. Apre in due il barbuto testone di Zeus facendo sgorgare e traboccare quarzo candido dal nero bronzo. L’assenza che -come si suol dire- è preponderante presenza. Lascia il campo a striature, sfumature e temperature di bellezza e smerigliata illusione. Forse anche a una scheggia, un frammento di verità e speranza. Il reale che mangia, incrosta e scrosta l’ideale. Un Ares abbacchiato e abbattuto poggia il capo decapitato, sporcato da intarsi di onice bianca che fanno bello il marmo carrarino, mentre la malachite verdeacqua delle pupille ci fissa mestamente, quasi con dolcezza. Lo stesso fianco riposto in verticale di una dea cristallina scolpita -proprio su quel lato- dall’ebollizione dei cristalli di onice messicana che ne impreziosiscono il profilo alla parvenza meno colto. Lo stesso tempo che racchiude tutto (fino al 6 agosto) dove il sole si tatua sul sole stesso, il marmo giallo e l’onice caramello fiammeggianti si irradiano sul marmo dell’Apollo screziato come tunica dal marmo stesso, e il corallo si appiccica su una figurina marmorea monca correndole sul ventre. Preziosità intarsiate di marmo rosso egizio. Lo stesso marmo -versione dall’altro capo del Mediterraneo, etrusco- che si lascia mangiare da fossili marini su piede monco. Lacerazioni, ferite, mancanze. L’assoluta bellezza e tracotanza dell’assenza che si fonde con l’assoluta e meravigliosa grana perduta e mangiata di un calcare grottoso, che ama e screpola un Dioniso mesto, chino e caduto, sconfitto. Ma assolutamente sincero e terreno. Forse vero.

Massimiliano Pelletti, Crystal Dea, madre cava di onice messicana, 2017
Massimiliano Pelletti, Crystal Dea, madre cava di onice messicana, 2017
Massimiliano Pelletti, Broken blue, sodalite boliviana, 2017
Massimiliano Pelletti, Broken blue, sodalite boliviana, 2017
Massimiliano Pelletti, Dioniso, calcare grottoso, 2017
Massimiliano Pelletti, Dioniso, calcare grottoso, 2017
Massimiliano Pelletti, Inside God (Zeus), 2017
Massimiliano Pelletti, Inside God (Zeus), 2017
Massimiliano Pelletti, Ares Live, 2017
Massimiliano Pelletti, Ares Live, 2017
Crystal Dea e Fallen Dioniso in mostra
Crystal Dea e Fallen Dioniso in mostra
Massimiliano Pelletti, Fossil Poseidon, 2017
Massimiliano Pelletti, Fossil Poseidon, 2017
Massimiliano Pelletti, Crystal Dea, madre cava di onice messicana, 2017
Massimiliano Pelletti, Crystal Dea, madre cava di onice messicana, 2017
Massimiliano Pelletti, Broken blue, sodalite boliviana, 2017
Massimiliano Pelletti, Broken blue, sodalite boliviana, 2017

Tutte le informazioni: http://barbarapaciartgallery.it/index.php/it/two-columns/item/176-8-luglio-sacra-privata-massimiliano-pelletti

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