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Un dipinto di Marieschi trafugato dai nazisti arriva in asta da Sotheby’s a 500/700.000 £

Michele Marieschi Michele Marieschi

Un raro dipinto ad olio di Michele Marieschi andrà all’incanto a Londra da Sotheby’s  il 5 luglio. La Punta della Dogana e San Giorgio Maggiore arriva sul mercato dopo un lungo percorso, che ha portato alla sua restituzione, resa possibile dall’Art Recovery International, che ha visto coinvolti gli attuali proprietari e gli eredi dei precedenti proprietari – la famiglia Graf, che vide il dipinto per l’ultima volta nel 1938, prima di fuggire dall’Austria occupata dai nazisti. Dopo oltre 15 anni di negoziazioni, l’opera d’arte sarà battuta all’asta quest’estate con una stima compresa tra le 500.000 e le 700.000 sterline.

Michele Marieschi
Michele Marieschi

Originariamente acquistato da Heinz e da Anny Graf nel 1937, il dipinto era esposto nell’appartamento della famiglia a Vienna, insieme alla loro piccola ma raffinatissima collezione. Nel marzo del 1938 la vita dei Graf fu stravolta dall’annessione tedesca dell’Austria. Licenziato e sottomesso alle tensioni crescenti, sotto i nazisti, Heinz fu costretto a fuggire insieme alla famiglia: tutti i beni dei Graf furono messi in deposito, per essere successivamente recuperati una volta terminati i problemi. Dopo aver pagato la pesante “tassa di uscita” richiesta dai tedeschi, i Graf fecero tappa in Italia, e poi, diversi mesi dopo, in Francia, dove furono raggiunti dalle loro rispettive nonne a Quillan, una piccola città ai piedi dei Pirenei .

A seguito dello scoppio della guerra nel 1939, Heinz fu confinato nel famigerato Camp Gurs nella Francia sud-occidentale – dove gli ebrei di nazionalità non francese erano internati. Anny lottò disperatamente per la liberazione di suo marito (anche lei è stata internata per un breve periodo). Solo alla fine riuscirono ad ottenere dei visti per gli Stati Uniti, tranne un membro del nucleo: Heinz fu costretto a lasciare la famiglia e viaggiare da solo verso il Portogallo. Si riunirono a Lisbona mesi dopo. Navigando insieme verso gli Stati Uniti, raggiunsero New York il 26 maggio 1941.

I Graf si stabilirono nel Queens dove furono costretti a ricostruire completamente le loro vite, con Heinz, ora ‘Henry’, che trovò una nuova occupazione come consulente finanziario. Tentarono di recuperare i beni che avevano immagazzinato ma senza alcun risultato. Solo più tardi si resero conto che i loro beni, compreso il dipinto di Marieschi e i ritratti dei genitori di Anny di Umberto Veruda, erano stati sequestrati dal regime nazista nel 1940 e successivamente venduti all’asta. Nonostante anni di ricerca, tutti gli sforzi per individuare i loro beni fallirono. Henry e Annie morirono senza mai più vedere i loro quadri.

L’esatta ubicazione del dipinto tra il 1940 al 1952 non è nota. Nel 1952 fu acquistato da Edward Speelman, che ricevette l’opera da Henry James Alfred Spiller (1890 – 1966), un frequentante d’aste durante la seconda guerra mondiale.

Il proprietario attuale ha acquistato il capolavoro nel 1953, inconsapevole della sua storia, custodendolo per oltre 60 anni. Nel 2015 fu presa la decisione di mettersi in contatto con gli eredi della famiglia Graf per risolvere tutti i problemi in oggetto prima di procedere con una nuova asta. Dopo la scoperta di questo dipinto, avvenuta quasi 15 anni fa – e quasi 80 anni dopo che Henry e Anny Graf l’ hanno visto per l’ultima volta – un accordo tra gli eredi della famiglia Graf e i proprietari attuali è stato negoziato con successo da Art Recovery International lo scorso dicembre, fissando la vendita di questa straordinaria opera per quest’estate.

Dipinto tra il 1739 e 1740, La Punta della Dogana e san Giorgio Maggiore è una veduta realizzata più volte da Marieschi. Da un punto di vista iconografico l’opera è animata da una serie di figure colorate e gondole in primo piano. Di notevole pregio soprattutto per l’ampio panorama e la profondità della composizione: indubbiamente una delle opere più rilevanti dell’artista. Incoraggiato dal successo del grande artista veneziano Canaletto nel genere delle vedute, Marieschi ha adottato uno stile molto personale e immediatamente riconoscibile, caratterizzato da rapide pennellate, ricchezza di colori ed effetti di luce.

Richard Aronowitz, a capo del Dipartimento per la restituzione di Sotheby’s, ha dichiarato: “Dopo aver seguito la storia ed essere stato personalmente coinvolto nelle discussioni su questa meravigliosa tela per più di un decennio, sono lieto che la sua storia travagliata sia stata risolta con un accordo tra gli eredi dei Graf e gli attuali collezionisti e che l’opera sarà offerta come uno dei pezzi più interessanti dell’asta estiva di Sotheby’s. Gli accordi di restituzione sono comprensibilmente sempre difficili da risolvere, quindi è sempre molto gratificante quando sei in grado di contribuire al successo di un caso così complesso”.

Il genero di Henry e di Anny Graf, Stephen Tauber, ha commentato con trepidazione: “Michele Marieschi ha creato questa magnifica visione della Dogana per dare piacere. Siamo tristi che Heinz e Anny Graf hanno apprezzato quel privilegio solo pochi mesi dopo aver acquistato il quadro con tanta anticipazione. Siamo felici, tuttavia, che dopo tanti anni i membri della nostra famiglia siano finalmente in grado di riconquistare il quadro”.

Christopher Marinello, fondatore di Art Recovery International, ha aggiunto: “Mi congratulo con le parti coinvolte di questa vecchia controversia per il raggiungimento dell’accordo amichevole. Incoraggio fortemente collezionisti, rivenditori e istituzioni a portare fuori dall’ombra le opere sospettate di essere state trafugate dai nazisti e risolvere discutibilmente queste controversie senza la necessità di contenziosi costosi ed imbarazzanti. Tuttavia, lasciare questi problemi alla generazione futura non è mai la risposta “.

www.sothebys.com

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