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Meret Oppenheim a Lugano. L’artista che ha osato sfi­dare le regole in mostra al MASI

Meret Oppenheim Lugano mostra LAC MASI M. Oppenheim, Das Paar, 1956, Collezione privata

meret

Ha aperto a Lugano la mostra Meret Oppenheim, opere in dialogo. Da Max Ernst a Mona Hatoum. La ospita il MASI – Museo d’arte della Svizzera italiana fino al 28 maggio 2017. Il percorso espositivo, che comprende un centinaio di opere, vuole documentare l’intera carriera artistica della Oppenheim, dagli esordi nella Parigi dei primi anni ’30 fino alle esperienze non figurative degli anni ’60 e ’80. Le sue opere d’arte, icone dell’arte del Novecento, dialogano con quelle dei maggiori esponenti del movimento surrealista nel quale riconobbe l’espressione di una sensibilità prossima alla propria, del movimento dada e di alcuni affermati artisti contemporanei come Robert Gober e Mona Hatoum.

Meret Oppenheim autoritratto
Meret Oppenheim,
Porträt mit Tätowierung (Ritratto con tatuaggio),
1980, Collezione privata

La mostra si apre con alcune creazioni risultato dell’incontro fra la giovane e irriverente Meret Oppenheim e alcuni celebri artisti: Marcel Duchamp, Jean Arp, Max Ernst, Man Ray – a cui fece da modella –, Alberto Giacometti e René Magritte.

Man Ray e Meret Oppenheim
Man Ray, Erotique voilée, Meret Oppenheim à la presse chez Louis Marcoussis,  1933, Fotografia new print del 1980
40.4 x 30.5 cm, Fondazione Marconi, Milano

La divisione in sezioni tematiche mette in risalto i diversi aspetti e momenti del suo processo creativo: dal rapporto di intenso scambio di idee che intrattenne con dadaisti e surrealisti, alle composizioni astratte degli anni ’70. Si incontrano nel percorso espositivo oggetti come tazze, boccali, scarpe e guanti che, come fossero entità animate, sviluppano pelliccia o coda, vene e capillari: l’uso originale dell’oggetto è sradicato, in continuazione con la poetica dada. Dipinti in cui l’artista si trasfigura prendendo le sembianze di personaggi fiabeschi o del mito: la donna serpente, la donna uccello, la donna di pietra. Rappresentazioni del cielo e degli astri: visioni premonitrici o creazioni che adombrano significati escatologici, mettono in luce l’accettazione e l’esaltazione tipicamente surrealista dell’irrazionale. Una sezione di ritratti e autoritratti di Meret e dei colleghi, un genere caro alla cerchia dei surrealisti che erano soliti mettere in gioco la propria identità attraverso travestimenti o interventi sui ritratti. Nell’ultima sezione domina nuovamente il tema del volto attraverso l’esposizione di dipinti e sculture di volti fantastici e maschere, “oggettivazioni” delle forme dell’inconscio dell’artista.

Meret Oppenheim Lugano
M. Oppenheim, Das Paar, 1956, Collezione privata
Meret Oppenheim Bon Appetit
M. Oppenheim,
Bon Appetit, Marcel (La regina bianca), 1966, Materiali vari
32 x 32 x 10 cm, Collezione privata
Meret Oppenheim Guanti
M. Oppenheim, Handschuhe (Paar) (Guanti – paio), 1985
Pelle di capretto, pistagna, serigrafia. 150 es.,
edizione lusso Parkett n. 4.
22 x 8.5 cm, Collezione privata
Meret Oppenheim Lugano
M. Oppenheim
Die Waldfrau
1939, Olio su pavatex
28 x 37.5 cm, Collezione privata
Meret Oppenheim Tavolo con zampe
M. Oppenheim, Tisch mit Vogelfüssen (Tavolo con zampe d‘uccello), 1939 / 1982, Piano: legno intagliato e dorato; Piedi: bronzo
62.5 x 67.3 x 52.5 cm,
Collezione privata
Magritte, Le modele rouge
René Magritte, Le modèle rouge, 1947, Gouache su carta 48 x 37 x 10 cm, Collezione privata
Mona Hatoum Tazze
Mona Hatoum, T42 (gold),
1999, Tazze in ceramica con bordo in oro, 5.5 x 24.5 x 14 cm, Courtesy of the Artist and White Cube
©Mona Hatoum.
Photo ©Bill Orcutt Courtesy Alexander and
Bonin, New York

Informazioni utili

Meret Oppenheim, opere in dialogo. Da Max Ernst a Mona Hatoum

11 febbraio – 28 maggio 2017
LAC, Piazza Luini 6, Lugano

www.luganolac.ch

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