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Alla fin della fiera. Michela Pomaro ci racconta la sua ultima mostra a Milano

Michela Pomaro Alla fin della fiera di Michela Pomaro
Michela Pomaro
Alla fin della fiera di Michela Pomaro

Nella notte ultravioletta della Galleria Monopoli di Milano va in scena la fiera fluorescente di Michela Pomaro. “Alla fin della fiera“: da una parte, un mobile di ferro laccato di verde stracolmo di cassette di legno che contengono ognuna un’opera dalle tonalità diverse; dall’altra parte invece, un mobile di acciaio modello bancone dei gelati con all’interno vaschette di alluminio che contengono ognuna delle sculture morbide e monocrome. Gialle, arancio e rosa fucsia. Colori acidi e psichedelici avvolti da una luce al neon blu che ha la stessa lunghezza d’onda dei colori fluorescenti, così da trasformare la galleria in un’ultima fiera notturna. La mostra è accompagnata da un catalogo, a forma di libretto degli assegni, con un testo di Giovanni Agosti. Abbiamo incontrato Michela Pomaro per farci raccontare la sua ultima creazione e l’artificio espositivo “messo in mostra”.

La prima cosa che colpisce è la luce blu fluo che pulsa dalle vetrate della galleria e avvolge le opere all’interno. Raccontaci dell’allestimento, della relazione tra lunghezze d’onda di opere e neon…

Da un punto di vista scientifico la luce è responsabile dei mutamenti fisici del corpo, regola il sonno, la veglia, le emozioni… Maneggiata e plasmata nel tubo fluorescente  crea una dimensione magnetica ed è sopratutto per questa ragione che è diventata ossessione e parte integrante del mio lavoro. In Alla fine della fiera ho sperimentato questo dialogo, tra fisico ed emozionale, scegliendo di usare la luce blu che ha la stessa temperatura dei colori fluorescenti delle mie opere così da esaltarle al massimo. Inutile dire che io sono sempre stata innamorata delle stanze di Dan Flavin.

Alla fin della fiera di Michela Pomaro
Alla fin della fiera di Michela Pomaro

Cassette della frutta su misura e bancone dei gelati. Hai creato strutture ad hoc per raccogliere i “frutti” del tuo lavoro. Come mai la scelta di fruttini e gelati e non di altri elementi?

Sì, è stato tutto creato ad hoc. Ho realizzato il bancone della frutta e quello del gelato con la collaborazione di Mario Brembati. L’aspetto ludico nella creazione delle mie opere è fondamentale per riuscire a teletrasportare il fruitore in una dimensione fantastica. E inconsapevolmente le forme su cui stavo lavorando assomigliavano sempre di più ad alcuni frutti e con Giovanni Agosti abbiamo pensato che il loro posto ideale erano le cassette. E abbiamo trovato nel gelato, che mi ha sempre attratto per la sua consistenza, il perfetto compagno.

Le formine sono di ceramica laccata. Lo studio e la ricerca di tecniche e materiali che mettano in scena la tua opera è fondamentale. Oltre alla magica scenografia, si è venuto a creare un cortocircuito tra durezza del materiale utilizzato e quello che invece è nella realtà (per esempio la sofficità del gelato…)

La ricerca di nuovi materiali è indispensabile per la progressione del mio lavoro. Ogni volta cerco di creare delle scenografie, dove i visitatori diventano inconsapevolmente i miei attori. E sarà allora per questa ragione che ho cercato di creare un ambiente in cui la luce trasformasse gli spazi della galleria in una specie di magico mercatino. Spesso la mia ricerca si indirizza proprio in quel settore per la scoperta di novità tecniche da utilizzare. E così a volte scatta come in questo caso il cortocircuito dove materiali duri diventano morbidi gelati.

Lavori da molti anni nel mondo della moda. Ispirazione? Influenza? Relazione e/o apporto al tuo modo di creare e “fare” arte?

La moda per me è sempre stata al centro del mio interesse anche perché spesso in quel mondo ho trovato una grande  energia creativa. La moda non è solo un mondo futile ma anche lavoro, ricerca, fatica  e immaginazione che a volte riesce a sprigionare un’energia che anticipa i tempi. Da quel mondo ho imparato che per ottenere dei risultati ci vuole dedizione e passione. Ad esempio la conoscenza e l’amicizia con Alberto Aspesi è stata per me fondamentale anche per la realizzazione di alcuni miei progetti recenti.

Michela Pomaro
Alla fin della fiera di Michela Pomaro

Informazioni utili

Michela Pomaro. Alla fin della fiera
a cura di Giovanni Agosti
Dal 16 Novembre 2016 al 10 gennaio 2017

GALLERIA MONOPOLI
Giovanni Ventura 6
20134 Milano
+39 02 36593646
+39 333 5946896
p.iva IT 02390150189
info@galleriamonopoli.com
www.galleriamonopoli.com

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