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Gubbio capitale della scultura contemporanea. Intervista alla curatrice della XXVI Biennale

Giovanni Battista Rizzoli, Musa inquietante, Fusione in acciaio, cm 170x25x25 Giovanni Battista Rizzoli, Musa inquietante, Fusione in acciaio, cm 170x25x25
Giovanni Battista Rizzoli, Musa inquietante, Fusione in acciaio, cm 170x25x25
Giovanni Battista Rizzoli, Musa inquietante, Fusione in acciaio, cm 170x25x25

Ritorna dopo 8 anni dalla sua ultima edizione la storica iniziativa interamente dedicata all’arte plastica, con cinque sezioni, ospitate a Palazzo dei Consoli e a Palazzo Ducale. Fino al 15 gennaio 2017, Gubbio (PG) torna a essere la capitale della scultura contemporanea. La città umbra, infatti, ospita la XXVI Biennale di Scultura, manifestazione nata nel 1956, che è stata pioniera, nonché assoluto punto di riferimento per lo sviluppo e l’affermazione dell’arte tra gli anni Sessanta e Ottanta ed è diventata nel tempo un importante appuntamento per la conoscenza della produzione di artisti più affermati e di giovani promettenti. Abbiamo intervista per l’occasione la curatrice della rassegna, Graziella Cirri.

Sono passati 8 anni dall’ultima edizione. Quali novità e quali proposte offre la “nuova” Biennale Scultura Gubbio?

Questa edizione ha visto per la prima volta una strettissima collaborazione fra Istituzioni pubbliche e private. Oltre all’amministrazione comunale di Gubbio (storico ente promotore), la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria (la biennale è rientrata nei progetti finanziati dal Piano Triennale dell’Arte contemporanea del Mibact), il Polo Museale dell’Umbria, la Regione, la Provincia, la Camera di commercio e la Fondazione cassa di Risparmio di Perugia.

Ogni ente ha partecipato in misura diversa, ma con un unico obiettivo: fare un’edizione di qualità, quale base fondante delle successive. Non abbiamo quindi pensato solo alla XXVI edizione, abbiamo pianificato il futuro stesso della Biennale.

Questa edizione è divisa cinque sezioni esposte in due musei eugubini: Palazzo Ducale e Palazzo dei Consoli. Nel museo comunale sono visibili due “omaggi”: due mostre con le opere di Mirella Bentivoglio e di Nedda Guidi, mentre nella dimora federiciana sono presenti le altre tre sezioni. La prima è antologica e mostra alcune delle sculture vincitrici delle precedenti edizioni (tra i nomi più conosciuti: Pomodoro, Somaini, Leoncillo, Manuelli, Alviani e Carroli), la seconda è una proiezione nel futuro poiché presenta 15 elaborati di altrettanti giovani allievi di Accademie sia italiane che straniere. La terza è una sintesi estetica della scultura contemporanea: ceramiche iperrealiste, complesse fusioni in acciaio, nastri leggerissimi realizzati in pesantissima putrella, marmo che sembra polistirolo, sculture che suonano e molto altro ancora.

Fabio Viale, Venere Marmo bianco + base, cm 54x44x33
Fabio Viale, Venere Marmo bianco + base, cm 54x44x33

Come sono stati selezionati i 16 artisti in mostra?

La parte scientifica della Biennale è stata seguita da tre curatori delle passate edizioni: Giorgio Bonomi, Enrico Crispolti e Bruno Corà. Insieme hanno individuato artisti noti a livello nazionale e internazionale (Bertozzi & Casoni, Angelo Casciello, Richard Deacon, Amalia del Ponte, Nunzio di Stefano, Carlo d’Oria, Eduard Habicher, Bruno Liberatore, Luisa Protti, Carlo Rea, Giovanni Battista Rizzoli, Ninì Santoro, Giancarlo Sciannella, Pinuccio Sciola, Delphine Vallì e Fabio Viale) caratterizzati da un’elevata qualità artistica. Pur nel limite numerico delle opere esposte, questa Biennale offre uno scorcio suggestivo del panorama artistico contemporaneo.

Angelo Casciello, Il vento di Velia,1995, ferro dipinto, cm 180 x 166 x 26
Angelo Casciello, Il vento di Velia,1995, ferro dipinto, cm 180 x 166 x 26

Tra le molteplici tipologie di opere di arte plastica in mostra, vengono presentate le cosiddette sculture che “possono essere suonate”. Di cosa si tratta?

Le opere di Amalia del Ponte e quelle di Pinuccio Sciola (deceduto a maggio di questo anno) sono realizzate per essere suonate. I marmi di Amalia sono dei veri e propri litofoni: in mostra sono esposte tre note di scala maggiore. L’opera di Sciola, in calcare, produce dei suoni se sfiorata con le mani. Due opere molto diverse tra di loro per forme e materiali, ma ugualmente suggestive.

Pinuccio Sciola, Colonna sonora Calcare n. 3, Calcare, cm 96x19 Basamento 15x8
Pinuccio Sciola, Colonna sonora Calcare n. 3, Calcare, cm 96×19 Basamento 15×8

Promozione di giovani talenti. Tra le novità di questa Biennale spicca la sezione dedicata ai “maestri del futuro”. Come si struttura e cosa presenta?

Non è una novità assoluta, tuttavia questa volta gli allievi delle Accademie hanno avuto la possibilità di realizzare il bozzetto della loro scultura nei laboratori artigiani eugubini. Un’esperienza che ha permesso di mettere in strettissima relazione due mondi diversi, anche a livello generazionale. Una collaborazione che ha arricchito tutti. Oltre a questo la possibilità di vincere un concorso (il premio era di 3.000 euro) e di poter esporre una propria opera all’interno di Parco Ranghiasci, già sede a cielo aperto di un percorso di scultura contemporanea. L’opera del vincitore, Vincenzo Napolitano, realizzata interamente nella bottega Fumanti è stata inaugurata lo scorso 14 dicembre.

Iniziative e manifestazioni collaterali alla Biennale?

Nella tradizione della Biennale, gli omaggi sono una costante. La scelta delle due artiste è legata anche ad un anniversario speciale: nel 1976 Mirella Bentivoglio e Nedda Guidi furono presenti insieme a Gubbio. Due retrospettive importanti curate rispettivamente da Rosaria Abate e Cesare Coppari, Roberto Borsellini e Lorenzo Fiorucci.

Luisa Protti, Negrona Gomma e ceramica, cm 35x42x180
Luisa Protti, Negrona Gomma e ceramica, cm 35x42x180

E’ una Biennale che “parla” e interagisce col territorio e il tessuto culturale artistico locale. Ha visto, difatti, la partecipazione attiva dei cittadini e l’adesione degli artigiani di Gubbio per ospitare i giovani artisti nei laboratori. Può raccontarci qualcosa in merito?

La biennale è sempre stata molto partecipata. La città la sente propria. In questi anni di silenzio tuttavia il malumore è cresciuto. All’inizio solo in pochi credevano alla sua rinascita. Non è stato facile, la prima fase del lavoro è durata oltre un anno. La Biennale è poi rientrata nelle iniziative finanziate e promosse dalla Direzione Generale dell’Arte e Architetture contemporanee delle Periferie urbane del Mibact. Un decisivo passo in avanti, poiché ha fornito una base economica con la quale lavorare concretamente. Sono poi seguiti altri mesi di duro lavoro. Alla fine però abbiamo visto il risultato, ottenuto anche grazie alla fattiva collaborazione dei cittadini e degli artigiani eugubini. In particolare il nostro ringraziamento va a questi ultimi che hanno permesso di realizzare i worshops. Sulla pagina Facebook e sul profilo Twitter della Biennale abbiamo seguito in diretta la realizzazione dei 15 bozzetti. Tanto impegno e tanta emozione. La creatività dei ragazzi accanto alla professionalità e all’esperienza degli artigiani. Uno scambio culturale importante che traspare anche dalle opere stesse.

Può dirci qualcosa dell’eventuale prossima edizione

Ci stiamo già lavorando, ma per ora non possiamo aggiungere altro.

Bertozzi e Casoni, Dove Come Quando, Ceramica policroma, cm 122x157x130
Bertozzi e Casoni, Dove Come Quando, Ceramica policroma, cm 122x157x130

Informazioni utili

XXVI BIENNALE DI SCULTURA

Gubbio (PG), Palazzo dei Consoli (Piazza Grande) e Palazzo Ducale (via Federico da Montefeltro)

16 ottobre 2016 al 15 gennaio 2017

 

Orari:

Palazzo Ducale: tutti i giorni dalle 8.30 alle 19.30; lunedì dalle 13.00 alle 19.00

Palazzo dei Consoli: tutti i giorni, 10,00 -13.00 / 15.00 -18.00 (14.30 – 17.30 da novembre a fine mostra)

 

biglietti: € 10.00 interi

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