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Francis Bacon secondo Giovanni Testori

Francis Bacon Study after Velázquez's Portrait of Pope Innocent X' (1953)

«Più passa il tempo dalla sua morte e più ci accorgiamo che lo spavento e la deformazione, che fanno parte del suo immaginario, sono in realtà formazione e, quasi, classicità. Non per nulla lui dipingeva ispirandosi a Velazquez e – come disse a me – a Michelangelo, soprattutto ai “nudi” della Sistina. Se tu potessi assistere oggi, a una sua mostra, ti accorgeresti che la sua arte è molto meno deformata, urlante e stropicciata di quanto potesse sembrare a un primo impatto. È, anzi, un’arte molto ferma, placata. Il suo sogno, che, come lui disse più volte, era quello di dipingere le ferite o le labbra dei suoi ritratti come Monet dipingeva i fiori, secondo me si è realizzato. Anche le sue prime prove, dove non manca una certa imperizia (Bacon non aveva compiuto studi regolare, originariamente era un decoratore), riviste oggi colpiscono per la loro grande bellezza, che davvero ricorda le “ninfee” di Monet. Bacon ammanta la maledizione di una sorta di porpora regale».
Giovanni Testori a Luca Doninelli, 1993

 

Francis Bacon Study after Velázquez's Portrait of Pope Innocent X' (1953)
Francis Bacon
Study after Velázquez’s Portrait of Pope Innocent X’ (1953)

 

www.casatestori.it

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