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Gli universali Pre-Testi di Alberto Orioli. Quando l’arte omaggia la carta stampata

Alberto Orioli Mudec Alberto Orioli Mudec
Alberto Orioli Mudec
Alberto Orioli Mudec

Non so se Orioli professi una qualche religione, considerato che il suo lavoro è strenuamente laico e mondano. Eppure la sua corona di chiodi mi ricorda una certa corona di spine… (Emilio Isgrò)

Al Mudec Art Wall va in scena la poetica a collage di Alberto Orioli, maestro della tecnica mista frutto di ritagli di giornali con aggiunta di viti e minuzie metalliche. Materialità e ricerca del tridimensionale. Lo spazio all’interno del Bistrot del Museo Etnografico milanese dedicato all’arte contemporanea si impreziosisce dei Pre-Testi di Orioli: dal 15 luglio all’11 settembre 2016 una trentina di lavori diventa l’occasione per evidenziare i profondi cambiamenti del mondo dell’informazione che vive il passaggio dalle notizie “stampate” alle notizie “digitali” affidate al web. Parole prive di ogni significato si trasformano in suggestioni di una lingua universale e antica affidata all’emozione del puro piacere visivo. Rappresentare l’amore verso la parola scritta e stampata e l’omaggio alle grafie di tutto il mondo.

Combattuto tra la Babele delle lingue e l’avvento di una Pentecoste sempre promessa e sempre rinviata, l’artista apparentemente non prende partito. O prende il solo partito possibile per chi cerca nell’immaginazione una strada che lo liberi dalle strettoie del mondo e della storia. La libertà di credere, la speranza che prima o poi le parole saranno carezze, non più minacce. (Emilio Isgrò)

Chicca finale (e iniziale) il saggio di Emilio Isgrò per “Pre-Testi”:

Orioli ha creato una strana miscela tra Mallarmé e D’Annunzio. E il gioco gli è riuscito perfettamente. A ben guardare, infatti, le parole che egli inserisce già sminuzzate nei suoi collage non sono troppo distanti dal vuoto mallarmeano. Sono parole “desemantizzate”, come lo stesso artista confessa. Solo che il vuoto si avverte ma non si vede, giacché Orioli lo dissimula in simulacri, persino baroccheggianti, i quali denunciano l’impossibilità del silenzio (e della solitudine) in un tempo che ossessivamente ci chiama a raccolta per meglio disperderci. (E farci sentire più soli).”

Alberto Orioli Mudec
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Alberto Orioli

Alberto Orioli, ferrarese trapiantato a Milano, vicedirettore ed editorialista del Sole 24 Ore, è giornalista da oltre 30 anni e si occupa di lavoro, economia reale, politica economica e, naturalmente, della “cucina” del giornale. È autore con Carlo Azelio Ciampi di “Non è il paese che sognavo” (Il Saggiatore) e di “Figli di papà a chi?” (Il Sole 24 Ore). Dopo 15 mila riunioni di redazione, da qualche anno riflette sul senso del mestiere e, nel tempo libero, lo pratica con supporti diversi, in un altro modo e, forse, in un altro mondo.

Informazioni utili: www.albertoorioli.it

Pre-Testi di Alberto Orioli – MUDEC ART WALL: http://www.mudec.it/ita/pre-testi-alberto-orioli-mostra-mudec-milano/

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