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Girls, al via la quinta stagione del serial TV di Lena Dunham

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Girls, al via la quinta stagione del serial TV Lena Dunham. Le ragazze sono tornate per offrire un po’ di sostegno morale.

Pochi altri prodotti televisivi del momento possono vantare una capacità comunicativa come quella che contraddistingue Girls, la serie ideata da Lena Dunham nel 2012 e giunta oggi (la premiere statunitense è stata proprio domenica 21 febbraio) alla sua quinta stagione.

La scalata al successo di Lena Dunham conosce ben pochi precedenti: era appena una ragazzina quando, protetta dall’ala di Judd Apatow (maestro della commedia sentimentale americana), HBO le propose il contratto per un vero show. Ma a differenza delle meteore destinate a sparire alla stessa velocità con cui si sono fatte conoscere (chissà come, ogni volta che si parla di star, al giorno d’oggi risuonano nella testa i proverbiali quindici minuti di Warhol…) Lena Dunham ha dimostrato fin dall’inizio di avere quel qualcosa in più, qualcosa che da anni le permette di restare al centro dell’attenzione nonostante il suo unico e fondamentale impegno nella vita sia parlare di sé stessa, in tutte le forme che l’industria culturale le permette: la capacità di comunicare.girls Lena Dunham Non è un caso che passi la metà del suo tempo a postare foto di scarsa qualità su Instagram, a caricare – nonostante sia ormai una celebrità internazionale – video sul suo canale di YouTube (la piattaforma che l’ha resa celebre); non è nemmeno un caso che Girls sia stata una delle prime serie televisive a vantare un profilo su Snapchat (ancora di scarsa popolarità nel Bel Paese).

Forte della capacità di arrivare alle nuove generazioni con un linguaggio furbo e perfetto, Girls si è sempre contraddistinta per raccontare non solo storie di cui ci piacerebbe fare parte, ma soprattutto storie di cui avremmo potuto, o potremmo ancora – effettivamente, realmente, concretamente – fare parte.girls Lena Dunham

>> La quinta stagione ritorna con una puntata delicata, gentile, diretta dalla regia dal sapore ancora vagamente indie della stessa ideatrice (proprio Lena Dunham), purificata da tutti quegli elementi urbani e cittadini che per quattro primavere hanno fatto da sfondo alle vicende dei personaggi. Non è nemmeno necessario spiegare quello che è successo alle protagoniste nel tempo in cui le abbiamo perse di vista (la quarta stagione si era conclusa con un salto temporale di otto mesi): è l’inaugurazione di un nuovo capitolo della loro vita e niente come un taglio netto può re-introdurci nel loro universo.

Avvolte in un mondo di colori pastello, vestite come ninfe della tradizione classica e immerse nel verde e nella natura, Hannah, Marnie, Shoshanna e Jessa sono di nuovo insieme, in uno dei momenti più delicati: il matrimonio di una di loro. È il turno di Marnie, è lei quella destinata a rompere il ghiaccio e camminare per prima verso il futuro: ma è un momento fondamentale per tutti. Dopo anni di compromessi e sogni, è la prima volta che una di loro compie una scelta così radicale e definitiva: un passo che inevitabilmente coinvolge anche gli altri, non solo le ragazze ma gli amici, i vecchi e i nuovi amori, che riuniti in un cottage fiabesco riflettono sullo scopo delle loro azioni e sulle proprie direzioni.

La stessa protagonista, Hannah, lo fa capire più volte nel corso della puntata: il gruppo è sempre stato un’entità inseparabile, magneticamente attratta, composta da tanti piccoli individui che senza gli altri non avrebbe potuto funzionare. E dopo anni trascorsi nel limbo che precede l’età adulta, a crescere insieme e a piccoli passi, cosa succede quando qualcuno compie invece uno step gigante?
Le reazioni sono diverse: c’è chi urla, chi non sa cosa dire (la sequenza fra Adam e Fran, rispettivamente vecchio e nuovo fidanzato di Hannah, resterà probabilmente uno dei momenti meglio scritti, diretti e orchestrati di tutte le stagioni), volano i baci e le sveltine in auto, non si risparmiano nemmeno le follie dell’ultimo minuto. Tutti sono intrappolati dalla voce dell’angioletto che spinge ad andare avanti: non si sa come e non si sa dove, ma si sente la spinta di un’indomabile frenesia del crescere.girls Lena Dunham

>> A questo proposito, la metafora fornita dal trucco delle quattro girls è più che mai significativa: «Selena Gomez vuole incontrare Gesù» dice la truccatrice. La sposa vuole il volto della parte che recita, vuole un viso che unisca la sua carriera musicale al patrimonio culturale di donna bianca e cristiana che la contraddistingue e vuole che anche le sue damigelle d’onore siano chi meno giapponese, chi semplicemente più femminile; ma a lavoro finito nessuna di loro è a suo agio e sarà lo spirito libero a ricomporle per quello che sono davvero. E che, di conseguenza, in fondo vogliono continuare a essere.

Allora eccole, le ragazze protagoniste: sono tornate sulla scena, desiderano davvero diventare grandi, ma hanno i capelli rosa e da sotto il vestito spuntano ancora le tigri tatuate sull’avambraccio. Le riconosciamo, perché hanno ancora paura; ma gli anni sono passati ed è un momento difficile per tutti: è l’inizio della penultima stagione, prima che Girls chiuda definitivamente i battenti. Così il tempo scorre non solo per i personaggi, ma anche per lo spettatore che, dal canto suo, cresce con i suoi beniamini – e, come loro, deve decidere al più presto con quale tipo di trucco si sente più a suo agio.

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