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Lo spettro del passato. La nostalgia nell’ultimo James Bond

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Lea Seydoux e Daniel Craig in una scena del film Spectre

C’è molto del vecchio 007 nell’ultimo James Bond, «Spectre», e non è solo un recupero di simboli e oggetti retro, ma forse anche qualcosa di più, che noi vogliamo provocatoriamente spingere fino alla nostalgia di un’epoca e di un mondo che abbiamo ormai perduto per sempre.

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Certo è che la pellicola richiama davvero i classici film di James Bond, a cominciare dalla trama, che ripresenta il nemico storico di Sean Connery, quello Spectre che appariva quasi di nascosto mentre accarezzava un gatto accocolato sulle sue gambe e impartiva ordini terribili. L’atmosfera vintage e glamour va dalle auto d’epoca alla colonna sonora, Writing’s On the Wall, cantata da Sam Smith, rispolverando pure i toni e persino i tagli degli abiti di 007.

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In quest’ultimo film, a curare lo stile di James Bond è la costumista Jany Termine che veste il protagonista con i completi supersartoriali di Tom Ford, i boxer Sunspel, una splendida giacca di camoscio di Varvatos, occhiali da sole sempre di Tom Ford e l’immancabile Omega al polso da seimila euro.

Nel recupero del tempo passato, finiscono anche l’ironia malinconica di Daniel Craig e addirittura le due donne, che da sempre riempiono i film di 007 con le loro bellezze mozzafiato, ma anche con ruoli quasi scontati, da veline subalterne quando non sono avversarie pericolose.

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Da sinistra: Lea Seydoux, Daniel Craig e Monica Bellucci

Ma questa volta, e per la prima volta, accanto allo statuario, muscoloso ed elegantissimo James Bond, c’è una cinquantenne, la splendida Monica Bellucci, quasi a voler segnare il passaggio del tempo anche per un eroe senza età come 007. Monica Bellucci è nata proprio negli anni in cui Sean Connery cominciava la fortunatissima serie dei film tratti dal personaggio creato dalla penna di Ian Fleming, e sembra quasi voler identificarne la fotografia come se col suo volto rappresentasse il successo che è trascorso da allora a oggi.

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Lea Seydoux e Monica Bellucci in due scene del film Spectre

Un’altra donna che gioca un ruolo fondamentale in questo film è Madeleine Swann, interpretata da un’attrice francese, Lea Seydoux, senz’altro più giovane della Bellucci. Ma anche lei è una figura ben diversa dalle modelle di contorno che riempivano le trame delle altre pellicole di James Bond. Il suo personaggio è un medico, una donna forte, intelligente, e indipendente, che non vuole avere nulla a che fare con Daniel Craig quando lo incontra per la prima volta.

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Poi, si sa, le esigenze di cassetta e il fascino immutabile dell’eroe di Ian Fleming avranno la meglio. Eppure, anche se sperdute nel solito ritmo accelerato che caratterizza tutti film di 007, queste figure restano a segnare un cambiamento di prospettiva che si coniuga benissimo con questa operazione retro, come se il suo occhio girato all’indietro ne scorgesse anche i limiti di uno sguardo antico, che allora non era stato colto in pieno. Negli Anni Sessanta, quando uscivano le prime pellicole di James Bond, cominciava – e non è un caso – l’epoca di emancipazione della donna nel mondo occidentale.

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Perché questa sensazione di nostalgia, che trasmette Spectre, sembra inserisi pure nell’attuale contesto internazionale, dominato dalla frattura quasi insanabile fra la civiltà cristiana e quella musulmana. Possiamo rimpiangere, allora, una epoca finita, quando queste tensioni erano solo accennate? La Grande Guerra, che poi, secondo alcuni storici, si è conclusa in realtà soltanto nel 1945, era scoppiata dopo la Belle Epoque, un tratto di tempo che pareva annunciare un’era felice nel cuore dell’umanità.

E’ la Storia che si ripete? Anche l’Arte seguì un percorso simile, finendo per destrutturarsi dentro le sue correnti di pensiero. E oggi? Al di là di questo, molto più prosaicamente, l’ultimo film di James Bond ci presenta ancora il dominio e il trionfo di un mondo, quello occidentale, che appare ormai abbastanza irreale.

Gli oggetti vintage, e non, hanno costi che possono permettersi sempre una fetta più piccola della società. Siamo andati a cercarli e abbiamo trovato interesanti scoperte. Se gli occhiali da sole Tom Ford Henry Vintage Wayfarer costano 350 euro, la Jaguar C-x75 vale addirittura un milione di euro. Il maglione Missoni a strisce, mille euro, mentre quello di cashemire di N. Peal, molto Anni Sessanta, appena poco più di 300. La giacca Tom Ford O’ Connor più di quattromila. Invece, la giacca da smoking, ancora Tom Ford, circa cinquemila. Il bellissimo soprabito tanto english Tom Ford Herringbone, duemila. La giacca tre pezzi Tom Ford Windsor poco meno di quattromila. Le scarpe Crockett&Jones più di seicento euro. E la Aston Martin DB10, infine, la bellezza di quattro milioni.

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E’ evidente che l’atmosfera retro ha i suoi costi. Mentre la crisi non retrocede, i prezzi aumentano. E’ la condanna del nostro tempo, ma a James Bond non interessa.

Però, crediamo davvero che questo clima vintage sia destinato a estendersi. Fino a dove non sappiamo, ma vedrete che James Bond avrà di nuovo i suoi proseliti.

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