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L’universo è femminile. Alma Mater di Yuval Avital in dialogo con Pistoletto

Yuval Avital e Michelangelo Pistoletto Yuval Avital e Michelangelo Pistoletto

E’ un incontro che fa venire i brividi quello con l’Alma Mater di Yuval Avital. “Voci di nonne, voci di donne, voci della natura” accoglieranno domani i visitatori alla Fabbrica del Vapore di Milano dove inaugura la nuova imponente creazione multimediale dell’artista e musicista israeliano in dialogo con una nuova edizione del terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto.

Yuval Avital e Michelangelo Pistoletto
Yuval Avital e Michelangelo Pistoletto

Yuval Avital (Gerusalemme 1977) compone, mette insieme, “dirige” un’orchestra molto contemporanea, nella quale diverse arti dialogano per evocare la potenza di questo simbolo che dall’antichità giunge a noi nelle nuove vesti della nonna, archetipo del XXI secolo. E proprio a confermare l’universalità del simbolo, le voci delle nonne trasmesse da 140 altoparlanti, provengono da tutto il mondo e intonano canti tradizionali, ninne nanne, storie e lamenti. S’intrecciano ad esse i suoni che tradizionalmente simboleggiano la parte femminile della natura: le vibrazioni sismiche, i boati dei vulcani, i gorgoglii di gocce d’acqua, suoni sotterranei, che risalgono dalla terra. Al di sopra, la controparte aerea, si manifesta grazie agli impalpabili passi di danza delle étoiles della Scala, proiettati sul muro della cattedrale. Dal basso all’alto tutto è stato concepito per mostrare l’intensità di qualcosa di primordiale che risuona in un’atmosfera mistica, avvolgente, in cui tutto è legato delle luci create da Enzo Cattelani. Le voci delle nonne, diffuse su una superficie di 1200 metri, ricreano un ambiente familiare, intimo. “La nonna è la cosa più intima che c’è (…) la sua voce è come un vettore che ci riporta ai nostri legami, alle nostre radici”, dice l’artista.

Michelangelo Pistoletto
Michelangelo Pistoletto “Il Terzo Paradiso”
Photo credit: Juan Sandoval
Courtesy Archivio Cittadellarte

Al centro dell’installazione Michelangelo Pistoletto ha disegnato con la terra lombarda una nuova versione del suo Terzo Paradiso. Due grandi cerchi, simboli di natura e artificio, passato e presente, s’incontrano in un terzo simbolo di rinascita, il futuro. Questo terzo Paradiso è “il giardino dell’esistente” che noi dobbiamo fabbricare. “Questo richiede una coscienza precisa, dobbiamo sapere che cosa siamo, da dove veniamo e cosa stiamo facendo”, spiega Pistoletto. Dunque la terra, come radice e come materia generatrice, alma parens.
Infine le performances: le merlettaie di Cantù, durante tutta la durata della mostra, terranno insieme tutti i fili, come delle Parche moderne, creando “nodi microscopici in cui si annida il suono di culture e popoli diversi”, gli uni accanto agli altri. Dialogheranno con l’installazione vari artisti nella serie di eventi organizzati. Tra questi, la cantante islandese Gunnlaug Thorvaldsdottir e il compositore Gunnlaugur Egilsonn e la performance, diretta dallo stesso Avital, di ben 50 nonne filippine residenti in italia.

La mostra s’intitola Alma Mater: perché ha scelto la figura della nonna per rappresentare la madre nutrice?
YA: io ho avuto due nonne stupende e molto diverse l’una dall’altra: quella materna era una donna fortissima, una vera matriarca a cui tutti ubbidivano, una donna con una grande spiritualità, che è stata capace di allevare 14 figli… L’altra, quella paterna, era un po’ come il muro del pianto, tutti si rivolgevano a lei per confidare la storia della propri vita. Queste due donne mi hanno lasciato una traccia molto speciale, un tesoro che tengo sempre con me.

Sultana Poni, bisnonna di Yuval Avital Dorit, nonna di Yuval Avital
Sultana Poni, bisnonna di Yuval

 

Dorit, nonna di Yuval Avital
Dorit, nonna di Yuval Avital

C’è dunque l’idea di una sorta di nutrimento spirituale che si tramanda tramite la memoria..
YA: L’idea del nutrimento è il tema centrale dell’Expo che si svolge ora a Milano. Ho cominciato a pensare cosa questo rappresentasse per me e ho pensato alla nonna come archetipo della femminilità, come una doppia madre. La nonna rappresenta per me l’apice della femminilità. Evidentemente non si tratta solo di una nonna biologica. Anche Rita Levi Montalcini è un’Alma Mater. Ma allo stesso tempo non si tratta di un’immagine nostalgica bensì di un’immagine imponente. Ho scelto le voci per la loro potenza, non per fare un lavoro storico.
Ricordo che la mia nonna materna, benchè fosse molto religiosa, durante il funerale del nonno, si alzava in piedi e con il dito puntato verso il cielo minacciava dio di non fare problemi e farlo entrare in Paradiso. Era una figura imponente. Questa idea del potere della nonna mi ha ispirato.

Oltre all’imponenza del suono, diffuso in tutto lo spazio, l’installazione è composta di video, fotografie, luci, performances. Come entrano in dialogo le varie parti?
YA: La base sonora è una foresta di 140 altoparlanti da cui escono le voci di molte nonne di origini diverse: racconti delle nonne brianzole, sciamane di okinawa, i canti del burkina faso… è una foresta densa, arcaica, ma anche molto essenziale. Queste voci si mescolano ai suoni che rappresentano l’archetipo femminile nella natura. Grazie alla collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), si ascolteranno vulcani, terremoti, abissi, goccie. Il tutto dà un risultato quasi rituale che si sposa bene con lo spazio della cattedrale.
In questo ambiente sonoro, il visitatore può spostarsi liberamente, sedersi, sdraiarsi, andare a cercare il proprio punto di partenza. Ogni punto è diverso, non c’è un unico punto di ascolto.

Al di sopra dello spettatore, sul muro della cattedrale, saranno proiettati i video delle ex-étoiles della Scala e dei loro passi di danza..
YA: Si, le immagini di Liliana Cosi e Oriella Dorella saranno estemporanee. Non è un video continuo, i gesti sono un richiamo. Il suono proviene da altoparlanti che sono stati concepiti come veri e propri oggetti, realizzati in marmo o in terracotta da Architettura Sonora. I passi di danza sono una presenza eterea. E il tutto è collegato grazie alle luci di Enzo Cattelani.

Liliana Cosi e Oriella Dirette con Yuval Avital Photo credit: Michele Innocente
Liliana Cosi e Oriella Dirette con Yuval Avital Photo credit: Michele Innocente

Accanto alla potenza viscerale del suono, la leggiadria dei passi di danza…Da dove nasce questo accostamento?
Y.A. Volevo aggiungere un lato soave, poetico, dolce. E per questo ho pensato alla danza. Un gruppo di danzatori non avrebbe avuto lo stesso impatto, quindi ho pensato ai video. La nonna è un potere, quindi quando c’è la voce della nonna c’è un potere senza maschera, un potere archetipo, puro, non virtuoso.. allo stesso modo, i movimenti di queste ballerine, rappresentano la potenza del gesto che con la sua purezza arriva a una sorta di perfezione.

Lilana Cosi – frame tratto dalla proiezione video
Lilana Cosi – frame tratto dalla proiezione video

Poi al centro della cattedrale, ci sarà una versione molto ampia del paradiso di Michelangelo Pistoletto realizzata con la terra lombarda che riprende dunque simbolicamente l’elemento tellurico dell’alma mater. Quando vi siete incontrati?
Y.A. Siamo in contatto con lui e la Fondazione dal 2006 e abbiamo collaborato a vari progetti, ma questa è la prima volta che facciamo qualcosa insieme. Sono ovviamente molto felice. Questa nuova versione del Terzo Paradiso è il centro ideale e simbolico di quest’opera corale.
Io e Michelangelo condividiamo una stessa idea dell’arte alla quale riconosciamo una finalità estetica, ma anche etica.

Infine la presenza delle merlettaie, che tengono il filo anche tra passato e futuro. Tutta la sua opera riprende elementi dal forte valore simbolico e li attualizza nella contemporaneità..
Y.A. Renato Rivolta, grande direttore d’orchestra, dice che tutta la musica è contemporanea. Io non sono molto interessato all’esotismo né all’archeologia. Mi interessa il vivente. Ci sono le nonne dei ricercatori, c’è la signora Maria, che è la mia sarta: una “nonna diva”…

Come ha raccolto tutto il materiale? Le voci sono registrate o recuperate dagli archivi?
Y.A. Ho 40 giga di nonne! Centinaia di ricercatori hanno aderito alla mia richiesta; dal Museo di Etnografia di Ginevra all’università delle Filippine. C’è un misto di archivio e rapporti personali. Alcune persone, coinvolte direttamente o indirettamente nel progetto hanno cominciano a ricordare la loro nonna e mi hanno mandano i materiali. Io stesso ho trovato una registrazione di mia nonna…E poi LEAV, (Laboratorio etnografico di antropologia Visuale dell’Università degli Studi di milano) e AESS (Archivio di Etnografia e Storia Sociale della regione Lombardia) hanno aggiunto a questo progetto globale una presenza territoriale grazie ai canti e alle filastrocche lombarde..un domani vorrei aggiungere molte altre realtà locali che allo stesso modo comunicheranno con il resto del mondo.

Nonna di Timor-Est “Daily routine” - Photo credit: Isabel Nolasco
Nonna di Timor-Est “Daily routine” – Photo credit: Isabel Nolasco

Cattedrale della Fabbrica del Vapore, Milano – Via Procaccini 4
8 luglio – 29 agosto 2015
10.00/20.00 tutti i giorni, martedì fino alle h 22.00
biglietti €10 intero, €7.5 ridotto (over 65, under 25, visitatori con biglietto EXPO 2015 entro 7
giorni)
info www.magaglobalarts.com

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