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Dai moderni al Design. Nomi internazionali e made in Italy da Wannenes

GINO SARFATTI
LOTTO 1162
GINO SARFATTI
Lampada a sospensione mod. n°2131,
Arteluce 1969.
Alluminio verniciato, metacrilato
Etichetta della manifattura
Diametro cm 52
Bibliografia: M. Romanelli, S. Severi Sarfatti,
“Gino Sarfatti opere scelte 1939 – 1973”
Cinisello Balsamo 2012, p.477
A CEILING LAMP BY G. SARFATTI
Stima € 4.000 – 5.000

Ultimo appuntamento del semestre da Wannenes a Palazzo del Melograno. Tra martedì 16 e giovedì 18 giugno saranno tre i cataloghi che la casa d’aste ligure propone prima della pausa estiva.
L’esposizione dei lotti apre venerdì 12 e prosegue per tutto il week end con orario 10.00 – 13.00 e 15.00 – 19.00.

Si parte con i moderni e contemporanei, con grandi maestri italiani e stranieri del XX secolo affiancati da giovani artisti contemporanei.

sironi
Lotto 79 Mario Sironi, Composizione Murale, 1935-1936. Tempera, gesso e inchiostro su carta riportato su tela, cm 67 x 118 stima € 80.000 – 120.000.

Un’offerta che vede delle gemme emergere su tutte come una Composizione murale di Mario Sironi del 1935-1936 realizzata a tecnica mista (tempera, gesso e inchiostro su carta) di notevoli dimensioni (cm 67 x 118) che presenta le figure umane come drammatici simulacri di verosimiglianza, stagliate plasticamente come totem di un tempo cristallizzato nel mito (lotto 79, stima 80.000 – 120.000 euro), insieme a una grande tela del 1946 di Giorgio de Chirico raffigurante l’Autunno (lotto 75 stima 200.000 – 250.000 euro).

DE CHIRICO
Lotto 75 Giorgio de Chirico, L’autunno, 1946, olio su tela, cm 181 x 70,5 stima € 200.000 – 250.000 euro.

La materia pittorica di questa tela, valorizzata dai passaggi di trasparenza e corposità del colore, sintetizza una precisa volontà di richiamo ai maestri del passato: Rubens, Rembrandt, Tiziano, Delacroix, Gericault fino a Courbet, ridefiniti secondo la visione novecentesca dei trascorsi storici. Il suo autodefinirsi “Pictor Optimus” mostra il tentativo di De Chirico di calarsi nel ruolo di maestro nell’essenza del gesto pittorico, in contrapposizione allo sperimentalismo, a volte deludente, dei vari movimenti del “modernismo” più esasperato. Nella stessa scelta del soggetto, si presenta, nella sua possente e quasi emblematica definizione strutturale, come sommatoria delle esperienze della didattica classicista. La resa plastica della figura, l’elaborazione dei panneggi, la congiunzione, apparentemente casuale, del paesaggio con i frutti simbolici dell’autunno in primo piano, vengono avvertiti come l’espressione dei motivi dialettici dei maestri del passato, affidata alla sapienza pittorica del loro, per auto definizione dell’artista, “allievo prediletto”.

Di grande fascino un piccolo studio di Rotante con sfera interiore del 1974-1975 di Arnaldo Pomodoro (sei esemplari più due prove d’artista in ottone dorato di dodici centimetri di diametro), che indaga sul continuo contrasto tra perfezione e imperfezione il cui risultato finale è dato da una sintesi degli opposti: il perfetto equilibrio delle geometrie esterne e le complessità nascoste dei cosiddetti “paesaggi interni”, il traslucido e l’opaco, i vuoti e i pieni ed infine la levigatezza e l’erosione delle superfici (lotto 50 stima 4.000 – 6.000 euro).

POMODORO
Lotto 50 Arnaldo Pomodoro, Rotante con sfera interiore, studio, 1974-1975 Ottone dorato, Ø 12 cm Edizione: 6 esemplari + 2 prove d’artista. Es. 2/6 Stima € 4.000 – 6.000.

Nella tela Les oh! Et les Bah! del 1964 (cm 55,3 x 46), il belga Pierre Alechinsky intenso protagonista del gruppo CoBrA fondato nel 1948 (che prende il nome dalle città di origine di Asger Jorn, sua e di Karel Appel, ovvero Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam), sperimenta attraverso la forza del segno e del colore, un possibile dialogo tra la cultura occidentale e orientale, che è possibile attraverso l’intima musicalità di una cifra che diviene espressione assoluta (lotto 57, stima 40.000 – 60.000 euro).

Alechinsky
Lotto 57 Pierre Alechinsky, Les oh! Et les Bah!, 1964 Olio su tela, cm 55,3 x 46 Stima € 40.000 – 60.000

Riferibile alla metà degli Ottanta una serie di pezzi unici di Andy Warhol denominati “Screenprints” che prendono spunto dall’iconico ritratto di Michael Jackson realizzato in occasione della copertina di “Time Magazine” del 19 marzo 1985 all’epoca dell’album “Thriller”. L’opera che sarà esitata è uno screen print dipinto su carta HPM di cm 80 x 60, stampa unica numerata UP 41.45 (lotto 106 stima 70.000 – 90.000 euro).

WARHOL
Lotto 106, Andy Wahrol, Michael Jackson, 1984, Screen print dipinto a colori su carta HPM, cm 80×60 Stampa unica numerata UP 41.45. Certificato della Fondazione Andy Warhol Arte Visiva Inc., stima € 70.000 – 90.000.

Tra i contemporanei tre grandi e fantastici diamanti di Chiara Dynys del 2006 in acciaio riflettente posti a terra come caduti a terra dal suggestivo titolo “Sentieri di stelle”, dove l’artista vede “L’acciaio specchiante è il contrario della materia organica è anti-naturale, però accoglie come in uno schermo le immagini della natura, attraverso il filtro dei media. Tutto ciò potrebbe sembrare un controsenso, un allontanamento dalla natura vera” (lotto 38, stima 14.000 – 18.000 euro).

DYNYS
Lotto 38 Chiara Dynys, Sentieri di stelle, 2006, diamanti in acciaio a specchio, cm 100X110 (coppia); cm 58 x 80, stima € 14.000 – 18.000.

 

 


 

Il dipartimento di Arti Decorative del XX secolo e Design dall’esordio nel 2007 ha sempre presentato due aste all’anno, la prima a giugno, che chiudeva la stagione di vendita estiva, e la seconda a dicembre che chiudeva il calendario delle aste. Dal 17 e 18 giugno 2015 avremo due cataloghi a scandire l’ampia offerta di questo comparto: il primo, “Stile Italiano”, è dedicato alle manifatture spesso anonime che hanno reso celebre il nostro disegno industriale, mentre il secondo manterrà il consueto titolo “Design” e proporrà i grandi maestri italiani e internazionali del secolo scorso.

LOTTO 546
LOTTO 546

Partendo il 17 giugno con “Stile Italiano”, andranno certo citate otto piccole poltrone anni ’50, in legno, ottone e velluto imbottito (lotto 546, stima 800 – 1.000 euro), come pure la coeva lampada a sospensione in ottone e metallo verniciato (lotto 577, stima 500 – 600 euro), e la coppia di poltrone, sempre databili al sesto decennio del XX secolo, in metallo verniciato e velluto imbottito (lotto 620, stima 800 – 1.000 euro).

Interessanti dodici sedie bianche anni ’50 in legno e tessuto imbottito (lotto 647, stima 1.000 – 1.200 euro) e di un affascinante gusto  essenziale il tavolino da centro mod. 751 per Cassina di Ico Parisi del 1962, in legno di palissandro e cristallo molato (lotto 724, stima 800 – 1.000 euro), e la specchiera anni ’60 di Sant’Ambrogio de Berti in metallo verniciato e cristallo molato (lotto 726, stima 500 – 600 euro).

 LOTTO 577
LOTTO 577
 LOTTO 620
LOTTO 620
LOTTO 647
LOTTO 647
LOTTO 724
LOTTO 724

 

LOTTO 726
LOTTO 726

Per quanto riguarda le opere offerte nel catalogo del “Design” del 18 giugno, ricordiamo per la grande eleganza il mobile bar di Paolo Buffa e Antonio Cassi Ramelli realizzato per Angelo Marelli negli anni ’50, in legno di palissandro, ottone, legno di acero e cristallo molato e specchiato (lotto 1023, stima 1.500 – 2.000 euro) e la scrivania da centro di Vittorio Dessi anni ’50 in legno di mogano, ottone, e cristallo molato (lotto 1047, stima 2.000 – 2.500 euro).

 LOTTO 1023
LOTTO 1023
LOTTO 1047
LOTTO 1047

Rare sia una coppia di poltrone Alba per Artflex di Gustavo Pulitzer del 1956, in metallo, ottone, cuoio e tessuto imbottito (lotto 1052, stima 3.000 – 4.000 euro) che la lampada da tavolo “Diablo” per Fontana Arte di Max Ingrand degli anni ’50 in ottone e cristallo molato (lotto 1087, stima 18.000 – 20.000 euro) ed il servizio di 42 piatti firmati Royal Selb Germany anni ’60 decorati da Wifredo Lam (lotto 1112, stima 2.500 – 3.000 euro).

 LOTTO 1052
LOTTO 1052

 

 LOTTO 1087
LOTTO 1087
LOTTO 1112
LOTTO 1112

È noto come la peculiarità del design italiano sia di aver mutato la percezione dell’oggetto industriale da prodotto artigianale riprodotto in forma seriale, a ‘forma aperta’ della creatività che si evolve e diviene immagine di un’epoca e di un gusto:  un esempio illuminante di questo approccio è la storia di Fontana Arte, azienda milanese che attraverso la direzione e la creatività di due autentici maestri come Gio Ponti e Pietro Chiesa ha saputo interpretare l’evoluzione del gusto e della società civile: l’evoluzione degli “oggetti” proposti dalle loro linee colgono anche il succedersi dei mutamenti sociali, culturali e artistici.  Dagli anni Trenta ai Sessanta, Fontana Arte doveva mutare la sua fisionomia da classica, decorativa e alto borghese, a essenziale nella scelta di soluzioni che coniugavano funzionalità e stile impeccabile, ed a spaziale nel rapporto rinnovato e innovativo con la luce, che fondeva il prodotto industriale in tutte le sue più moderne accezioni: funzione, forma, rapporto spazio, oggetto, serialità del prodotto, e sempre secondo canoni di alta qualità costruttiva e dei materiali.

Fontana Arte e Pietro Chiesa con Max Ingrand sono i protagonisti di questa vendita, con pezzi che rappresentano degli unicum della loro produzione.

Pietro Chiesa è un raffinatissimo maestro dell’arte vetraria, che ha saputo meglio di chiunque altro impiegare il cristallo nella creazione di mobili, lampade, con una tecnica perfetta e in un’inesauribile varietà di modelli. Ne è un esempio è la lampada da terra “Luminator” degli anni Quaranta, in ottone verniciato alluminio e cemento, ancora in produzione, che spicca per la sua severa eleganza (lotto 1130, stima 1.000 – 1.500 euro) .

Dello stesso periodo un ‘mobile essenziale’ in legno di acero, ottone, cristallo cromato, molato e specchiato che Gio Ponti sul numero 234 di “Domus” del 1949 così magistralmente descrive: “(…) questo essenziale è in una purificazione assoluta di elementi, in una linea ‘tirata’ ad estremi di purezza disegnativa, ad una calligrafia impeccabile, che ci rende emozionati nel riguardarli. A chi sa guardare queste forme sono al di là di un gusto, sono forme esatte, sono forme esatte e vere di queste cose; sono la forma che è riuscita” (lotto 1132, stima 15.000 – 18.000 euro).

LOTTO 1132
LOTTO 1132

Impeccabile come le precedenti, e riferibile alla stessa epoca, è la splendida lampada da tavolo, in ottone, legno cristallo molato e vetro satinato, che rende manifesto il talento di Pietro Chiesa (lotto 1183, stima 18.000 – 20.000 euro).

LOTTO 1183
LOTTO 1183

Max Ingrand, maestro vetraio e decoratore francese capace di realizzare veri e propri classici del design, lascia un segno indelebile nel decennio 1954-1964 della direzione artistica della Fontana Arte, e spiega il suo rapporto con la luce: “Un lampadario o un elemento luminoso deve rispondere a certe norme, deve adattarsi al volume dei locali che deve illuminare, deve far parte dello spirito stesso dell’architettura dei locali per diventarne parte integrante”. Un principio che si realizza con il vaso mod. 2122 degli anni ’60 in legno, ottone, cristallo colato, molato e specchiato (lotti 1191 e 1192 entrambi stimati 5.000 – 6.000 euro) e ancora nella lampada da parete in metallo verniciato, ottone e cristallo molato (lotto  1190, stima 3.500 – 4.000 euro), come nella coppia di lampade da muro mod. 1944 in ottone verniciato, cristallo scalpellato, entrambe realizzate negli anni Cinquanta (lotto 1176, stima 2.200 – 2.600 euro).

Il catalogo presenta anche due must di Gino Sarfatti, la lampada da tavolo mod. 553 di Arredoluce del 1951, in ottone, metallo verniciato e perspex (lotto 1147, stima 3.500 – 4.000 euro), e, per la medesima azienda, la lampada a sospensione mod. 2131 del 1969 (lotto 1162, stima 4.000 – 5.000 euro). Di Gustavo Pulitzer sono da segnalare infine una coppia di poltrone Alba per Artflex del 1956, in metallo, ottone, cuoio e tessuto imbottito (lotto 1052, stima 3.000 – 4.000 euro).

www.wannenesgroup.com

 

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