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Marx alla Biennale. Come la corazzata Potëmkin

Biennale Venezia Okwui Enwezor e Paolo Baratta

Carl MarxBiennale 2015. La cosa non ha neppure un risvolto ideologico degno di essere discusso. Genera più imbarazzo che polemica. Immaginiamo il presidente Paolo Baratta, sulla mitica terrazza di Palazzo Grimani, incassare col suo mitico aplomb anche quest’ultima boutade. E che sarà mai? Con tutto quello che passa in Laguna…

Il comunicato ufficiale della Biennale di Venezia (leggi il testo integrale) è un capolavoro di retromania: il curatore nigeriano, Okwui Enwezor, un parvenu delle italiche vicende, fa la figura di chi è invitato a cena e sbaglia abito, presentandosi in eskimo mentre gli altri indossano lo smoking.

Ecco il paralogismo contenuto nell’ukaze.

Premesso che nel 1974 la “Biennale di Venezia si espose attivamente con un gesto di solidarietà” verso il Cile dopo il colpo di Stato di Pinochet;

premesso che “questo capitolo significativo che ha modificato la storia della Biennale è oggi quasi dimenticato…”;

dato che “quel programma di eventi dedicato al Cile e contro il fascismo incide la nostra recente memoria come una tra le più esplicite prese di posizione con cui un’esposizione della statura della Biennale Arte abbia non solo reagito, ma anche coraggiosamente tentato di condividere il proprio palcoscenico storico con il contesto politico e sociale contemporaneo”;

poiché “è superfluo osservare che, nell’inquietudine dell’attuale scenario internazionale, gli Eventi della Biennale di Venezia del 1974 sono stati una fonte d’ispirazione per la mostra di quest’anno…”;

si delibera che “in risposta a quell’episodio così significativo e alla ricca documentazione che aveva generato, la 56esima Biennale All the World’s Futures presenta ARENA, uno spazio attivo nel Padiglione dei Giardini dedicato a una continua programmazione interdisciplinare dal vivo. Il cardine di questo programma sarà l’imponente (sic!) lettura dal vivo dei 3 volumi di Das Kapital di Karl Marx. Das Kapital diventerà una sorta di Oratorio: per i sette mesi di apertura dell’Esposizione la lettura dal vivo sarà un appuntamento che si svolgerà senza soluzione di continuità”.

Una sorta di Oratorio! Sette mesi di lettura senza soluzioni di continuità!
Come avrebbe detto il rag. Fantozzi per la la corazzata Potëmkin: una ca… pazzesca.

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