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Sanremo 2015. Il trionfo di Platinette

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Sanremo 2015 la prima serata (per noi) è stato il trionfo di Platinette.

Ne parleremo, ma andiamo con ordine, partendo dalla cronaca.

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A Sanremo, la 65ma edizione del Festival della canzone italiana è partita ufficialmente tra il ritorno di Albano e Romina, la conduzione di Carlo Conti affiancato dalla ruspante e annoiata Arisa, la solida, fresca e bella presenza di Emma, la bellezza incantevole di Rociò Muñoz Morales, tanta liturgia sacra e pseudo laica e poco altro, ma quel poco forse salva la serata.

Aperta dall’emozionata voce di Chiara, ex vincitrice di X-Factor, in lungo giallo limone, bastano poche note e pochi minuti per sentirsi trasportati nel dejà-vue e dejà-entendu.

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Scorrono i volti e le note delle canzoni presentate dai 10 big in gara nella prima serata, che non brillano certo, nella maggior parte dei casi per doti vocali.

Ed è tutto un cuore-amore-dolore. Struggenti e romantiche storie di passioni, lacrime e tristezze varie, incombono sull’Ariston come questa fredda notte di febbraio.

Chiara, Gianluca Grigrani, Lara Fabiani, Nek, Alex Britti, Grazia di Michele, Mauro Corizzi, Annalisa, Nesli, Dear Jack, Malika Ayane.

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Ma il moud non cambia, tranne qualche piccola ventata d’aria fresca negli arrangiamenti e nella scrittura del brano di Malika Ayane, dal titolo “Adesso e qui” pennellato sulla sua vocalità da equilibrista. E in quello del rock-melodico di Alex Britti con “Un attimo importante”,  che parte in bell’acustico chitarra alla mano, un pezzo ben confezionato ed eseguito anche se con qualche incertezza di intonazione, ma almeno vivaddio, qualcosa sembra muoversi sul palco dell’Ariston.

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Si perchè dopo il saluto di apertura e i primi brani,  non arriva alcun sussulto nè sorpresa da Sanremo. Una liturgia densa di retorica che procede in tono mesto, avvolta come un manto dalla scenografia a tema marino, tra onde azzurre, bianche e blu.

Il giusto ambiente per accogliere la famiglia più numerosa d’Italia (?) –Sì a Sanremo è  accaduto anche questo– ovvero la prodigiosa coppia di neo-catecumenali di Catanzaro che si presenta al completo con il suo rekord di 16 figli.

Ingollato un Centerbe per mandar giù il momento di catto-italian-style, finalmente si riprende con le canzoni e fa il suo ingresso l’incantevole Rociò Muñoz Morales, erede ideale di Belen, ma molto più raffinata, simpatica e preparata, che arriva sul palco per introdurre il primo ospite Tiziano Ferro.

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Anche qui il copione segue come previsto, con un collage dei pezzi più famosi del cantante e il tripudio del pubblico.

Emma Marrone dopo i primi minuti in sorprendente abito bianco di velo ricamato in argento, una via di mezzo tra ‘Via col vento” e “La dolce vita”, indossa finalmente un abito più in linea col suo stile e infonde colore e ritmo in un dilagante clima nazional-romantico-popolare.

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Giusto il tempo di ascoltare gli unici veri giovani della serata, il gruppo dei Dear Jack ed è già di nuovo tempo di ospiti e di amarcord, prima con Alessandro Siani che chiude il suo intervento tra il serio e la comicità dei luoghi comuni, di cui ride solo lui, riscattandosi con il ricordo di Pino Daniele e subito dopo con l’arrivo delle intramontabili icone del tempo che fu: Albano e Romina Power.

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Incerti se arrenderci alle lacrime e alla depressione finalmente accade qualcosa di storico e magico al tempo stesso. Con il brano “Io sono una finestra” arrivano Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi, al secolo Platinette.

Libero da trucco e parrucco esegue in coppia con la Di Michele, in veste anche di autrice e con grande emozione, un pezzo raffinato e toccante. Arrangiamento jazzistico,  vago ricordo di Fossati, per un brano che parla di umanità, oltre le differenze che ci separano.

Di essere umani e sentimenti puliti, di rispetto oltre l’occhio ipocrita di chi giudica e condanna. Perchè non è questione di ‘genere’ ma di umanità.

Io non so mai chi sono eppure sono io . Anche se oltre il vetro per me non c’è mai un Dio . Ma questo qui è il mio corpo benché cangiante e strano . Di donna dentro un uomo eppure essere… umano

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E’ il momento migliore della serata. Forse solo per noi e  pochi altri, ma ci ripaga della lunga attesa.

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Dopo di loro ancora amori spezzati e cuori in tempesta, ancora note buttate giù con pochissima ispirazione. Canzoni da Sanremo, come dice qualcuno. Poi per lo spazio ospiti pseudo-laico, il Prof. Pulvirenti, il medico di Emergency guarito dall’Ebola, a cui Carlo Conti con espressione intelligente chiede: “Ha avuto paura quando si è reso conto di essere stato contagiato?”.

Ospiti finali della prima serata di Sanremo 2015 il gruppo  Imagine Dragon appena premiati ai Grammy . In chiusura, un altro colpo emozionale con l’omaggio ai grandi interpreti scomparsi della canzone italiana, nelle varie edizioni del Festival.

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Sugli schermi scorrono le immagini in bianco e nero mentre Emma e Arisa cantano “Il carrozzone” di Renato Zero, che si conclude sulle immagini di Pino Daniele, Mango e Faletti (ultimi scomparsi in ordine di tempo) e le lacrime di Emma.

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Prima di rinviare alla seconda serata arriva  il risultato delle votazioni pervenute metà dalla giuria di giornalisti, metà dal televoto. Anche in questo caso Sanremo non si smentisce e le preferenze mandano in zona rossa 4 big che però saranno votati ancora nella serata di domani e in quella di venerdì.

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Nella speranza che il tono del Festival della canzone si alleggerisca e si sollevi il livello generale, magari con l’aiuto di Samantha Cristoforetti che sarà in collegamento dallo spazio domani sera, ci congediamo volentieri dalla prima serata e facciamo il tifo per la coppia Di michele-Coruzzi (Platinette).

foto credit PCaselli©Artslife

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