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Ekaterina Maximova. Roma celebra la ballerina russa “Madame Niet”

Ekaterina Maximova (3)

6 novembre 2014 – 18 gennaio 2015, Casa dei Teatri di Roma

Dal 6 novembre 2014 al 18 gennaio 2015 la Casa dei Teatri di Roma, a Villa Doria Pamphilj, ospita un’importante retrospettiva dedicata alla danzatrice Ekaterina Maximova, conosciuta ai più come “Madame Niet”, la stella del balletto russo che è diventata una vera e propria leggenda del XX secolo. L’esposizione si distingue per una serie di fotografie, costumi, bozzetti di scena provenienti dal Museo Statale del Teatro A.A. Bakhrushin di Mosca, nei quali rivive il mito della donna, che ha dedicato la sua vita all’arte della danza.

La mostra, a cura di Nadezhda Savcenko e Liudmila Shemrakova, è promossa dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica – Dipartimento Cultura Servizio Spazi Culturali in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, ed è organizzata dalla Fondazione Internazionale Accademia Arco in collaborazione con il Museo Teatrale Statale Bakhrushin di Mosca, con il patrocinio dell’Ambasciata della Federazione Russa nella Federazione Italiana. L’obiettivo degli organizzatori è di ricordare la Maximova, in occasione del sessantacinquesimo anniversario dalla sua nascita.

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Così la retrospettiva si distingue per i momenti salienti della ballerina, grazie alle importanti testimonianze del suo lavoro. Il materiale è esposto in ordine cronologico-biografico, affinché si ricostruisca la sua carriera, il cui filo rosso è l’antica disciplina della danza classica. Ekaterina Maximova, infatti, ha interpretato ruoli rinomati nell’ambito, come quello di Giselle, il simbolo del balletto classico e romantico nato da un’idea del romanziere francese Théophile Gautier e Jean-Henry Saint-Georges, con la coreografia di Jean Coralli, Jules Perrot e Mauris Petipa. Non mancano, poi, le parti come Frigia, nel balletto Spartaco, e Kitri in Don Quixote. Inoltre, per lei sono state realizzate le coreografie di Galateya e Aniuta, proveniente dal racconto dello scrittore russo Anton Čechov.

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Tuttavia, come spesso accade per gli artisti che rivelano il loro talento, la danzatrice fu subito notata per le sue qualità. Infatti, dopo essere entrata nella Scuola del Teatro Bolshoi di Mosca, a dieci anni e dopo soli due mesi dall’inizio dei corsi, sale sul quel palcoscenico che diventerà la sua ragione di vita, poiché dedicherà anima e corpo per acquisire la tecnica necessaria, con la quale ammalierà il suo pubblico nella sua fisicità minuta, eppure graziosa e carismatica. Per questo ricorda la vivida immagine della cinematografia e icona dell’eleganza senza tempo Audrey Hepburn.

«La danza è poesia perché il suo fine ultimo è esprimere sentimenti, anche se attraverso una rigida tecnica. Il nostro compito è quello di far passare la parola attraverso il gesto», ha detto l’étoile della danza classica italiana, Carla Fracci. Una frase, questa, che vale anche per Ekaterina Maximova, la quale ha sempre preteso il meglio dalle sue possibilità, perciò è chiamata con l’appellativo di “Madame Niet”, giacché per lei era più importante ballare per il vasto pubblico, piuttosto che per i teatri autorevoli.

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Ed è l’umiltà che renderà l’artista fra le più amate della danza. Nel 1951, infatti, partecipa per la prima volta al balletto Lo Schiaccianoci che le garantirà il successo, e che sarà uno dei pezzi inseriti nel suo repertorio per il quale esprimerà con il corpo le sue emozioni e i sentimenti facendoli vivere nei vari personaggi che animano la storia: fiocchi di neve, bambole, pas de trois, creati dalla fantasia di E. T. A. Hoffmann, ed entrato ampiamente a far parte della tradizione russa, giacché fu commissionato dal capo dei Teatri Imperiali Russi, Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij.

Ma è il 1957 l’anno della consacrazione della ballerina, poiché con il ruolo della principessa Masha, che interpreta pochi mesi dopo il Festival della Gioventù Sovietica, vincerà una medaglia d’oro grazie alla quale conquisterà l’attenzione dei maggiori coreografi del paese. Gli stessi, infatti, segneranno profondamente sulla sua formazione come Lydia Iosifovna Rafailova, Elizabeth Pavlovna Gerdt, la celebre prima ballerina del Teatro Imperiale, e la straordinaria Galina Ulanova.

Ciò nonostante, il percorso professionale della Maximova le farà conoscere il danzatore e coreografo Vladimir Viktorovič Vasil’ev, primo ballerino dal 1958 al 1988, con il quale si sposerà e che diventerà il suo partner in quasi tutti i balletti. Insieme si sono anche esibiti nella compagnia del Teatro Bolshoi, raggiungendo il successo a Mosca, Parigi e New York e ricevendo l’onorificenza di Artista del Popolo dell’URSS.

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La coppia è diventata non solo il simbolo del Teatro Bolshoi degli anni Sessanta e Settanta, bensì ha acquisito la fama internazionale e il successo di critica e di pubblico con l’espressione della danza gioiosa e apparentemente libera da ogni schema, poiché in realtà si cela la tecnica acquisita con gli anni e l’esperienza. Perché la danza è questo, e come ha sostenuto anche Galina Ulanova: «La vita cambia e così la danza. Da un punto di vista tecnico, le ballerine di adesso eseguono prestazioni più difficili. Sebbene la scuola continui a rimanere una scuola classica, lo sport, come capacità fisica, è entrato nel balletto e lo influenza».

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INFORMAZIONI UTILI

Ekatrina Maximova “Madame Niet”. La leggenda del balletto russo
Casa dei Teatri
Largo 3 giugno 1849 angolo via di San Pancrazio
ingresso Arco dei Quattro Venti Villa Doria Pamphilj – Villino Corsini
6 novembre 2014 – 18 gennaio 2015
Ingresso libero
060608 (tutti i giorni dalle 09:00 alle 21:00) – 0039 06 45460693
www.comune.roma.it/cultura

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