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Gli “Oggetti misteriosi” di Gio Ponti in mostra a Malpensa

Dopo il successo delle iniziative legate a Fausto Melotti e Marino Marini, il terzo appuntamento vedrà protagonista Gio Ponti, una delle personalità più importanti e influenti dell’architettura e del design internazionale.

Gio Ponti
Gio Ponti, Pavimenti per gli uffici della Salzburger Nachrichten | Particolare del pavimento

In arrivo, dal 29 ottobre, alla Porta di Milano a Malpensa la mostra Oggetti Misteriosi, che propone tre opere dell’architetto: l’installazione “Espressioni” dello showroom Ideal Standard di Milano (1966), la “Cattedrale di Los Angeles” (1967), iPavimenti per gli uffici della Salzburger Nachrichten di Salisburgo (1976). La mostra proseguirà fino al 31 marzo 2015.

“Sono lieto di questa collaborazione tra SEA e Gio Ponti Archives – afferma Salvatore Licitra – anche perché sono certo che a Gio Ponti sarebbe piaciuto misurarsi con un’esposizione in uno spazio come la “Porta di Milano”, e sperimentare l’impatto con lo sguardo di viaggiatori che attraversano luoghi e tempi sospesi tra arrivo e partenza. Per questi luoghi di passaggio e di metamorfosi ho pensato di raccogliere tre “espressioni” (come Ponti le chiamava) davvero inusuali, dei punti speciali, che sembrano raccogliere ed unire temi differenti prefigurando un percorso che si svolgerà successivamente. Le metamorfosi suggerite da Ponti con questi Oggetti misteriosi – un pavimento che possa essere una pittura, un angelo che possa essere una chiesa, e tanti obelischi bianchi che contraddicono la loro tradizionale, solitaria, severa monumentalità – raccontano molto della sua libertà creativa. Una qualità che ha animato il suo lavoro fin dai primi anni, ma che dalla metà degli anni ’60 prende campo con opere dove la committenza, se c’è, diviene sempre più l’occasione per dar corpo e vita a progetti non più serrati tra necessità funzionali. I lavori presentati a Malpensa sono da considerarsi come degli spunti che nel tempo hanno portato alla creazione di capolavori come la Cattedrale di Taranto, il Museo di Denver, o la “Sedia di poco sedile”.

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