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Zero Italia al festival Rencontres de la Photographie di Arles

Rencontres de la Photographie di Arles

Il 7 luglio scorso è partita la 45° edizione dei Rencontres de la Photographie di Arles. Il festival fondato nel 1970 dal fotografo Lucien Clergue, dallo scrittore Michel Tournier e dallo storico Jean-Maurice Rouquette, contribuisce a diffondere il patrimonio fotografico mondiale.

Di solito presenta lavori inediti e molti autori sono stati scoperti durante i Rencontres. Arles è un trampolino di lancio anche perché numerosi professionisti stranieri intervengono durante la settimana di apertura. Un trampolino non per i fotografi italiani, a quanto pare.

In questa edizione, e non è la prima volta, non vi è presenza di italiani, come a decretare l’inesistenza della Fotografia Italiana. Un fotografo italiano però ha circolato, tra il 10 e il 12 luglio, in lungo e in largo per Arles. Questo italiano, sdegnato dall’inerzia degli operatori istituzionali del Bel Paese, dall’alto del suo metro e ottanta, occhialini, capelli bianchi e pizzetto, ha indossato un poncho, La Photographie Italienne est viveVive la Photographie Italienne, in segno di protesta.

Ha visitato quasi tutte le mostre ufficiali e diverse Off includendo anche la “Nuit de l’Année” sempre in compagnia del poncho. L’iniziativa di Beppe Bolchi, intrapresa per attirare l’attenzione sulla fotografia italiana e raccogliere l’adesione della base che opera nel mondo della fotografia italiana, ha avuto come intento  sensibilizzare i livelli superiori affinché la Fotografia entri a pieno diritto nel tessuto culturale italiano.

Fotografia che nel nostro Paese non è ritenuta degna di essere valorizzata, e che riflette questa incuria soprattutto all’estero. Beppe vuole ripetere l’iniziativa sia in Italia che a Parigi in occasione del Paris Photo, la mostra-mercato mondiale della Fotografia d’Autore.

Beppe Bolchi
Beppe Bolchi in giro per gli eventi e le strade di Arles

Bolchi si occupa di Fotografia e di Didattica e Lettura Immagini. Cura ed organizza mostre e collabora con la Direzione Artistica ed Organizzativa della Biennale della Fotografia Italiana.

Perché la fotografia italiana non è rappresentata ad Arles?
Le ragioni sono diverse, principalmente perché chi dovrebbe promuovere la Fotografia Italiana non lo fa all’Estero. Quindi dall’Estero non c’è attenzione, né conoscenza del nostro mondo, tranne che dei singoli Fotografi che da soli hanno sfondato (prevalentemente nel Reportage, che non è proprio materia di Arles). E last but not least, perché i “cugini” francesi non ci amano.

Quali sono i fattori che oscurano la fotografia nel nostro Paese?
Il fattore principale è legato alla assoluta mancanza della Cultura della Fotografia, sottolineata in ogni occasione proprio dal mondo della Cultura e delle Istituzioni. Basti pensare al fatto che non esiste, in ogni ordine di scuola, alcun programma di Educazione all’Immagine e quindi tantomeno sulla Fotografia.

Cosa necessita l’Italia affinché una cultura dell’immagine sia diffusa.
Un radicale cambiamento di rotta. Programmi di educazione all’immagine fin dalle scuole primarie e secondarie. Attenzione da parte dei media verso la Fotografia, non già verso il Fotografo o le Fotografie.  Esempio: c’è mai stato un talk show in cui si sia parlato di Fotografia? Attenzione da parte degli operatori culturali verso la Fotografia. Proviamo a leggere la Legge approvata oggi sulla Cultura, scommettiamo che non c’è il minimo riferimento alla Fotografia? Eppure Fotografia è anche Business, e pure esportabile.

La fotografia italiana: meriti e demeriti.
I meriti: Ottimi Autori, molta creatività e ricerca. Chi va all’Estero (da solo) ottiene successo. I demeriti: Guru e Istituzioni sono solo e sempre legati ai soliti nomi, selezionati 35 anni fa, osannati, mostrati fino alla noia, e gestiti nella classica modalità del proprio orticello, tipico della nostra Italietta.

Qual è la finalità della tua iniziativa sul piano internazionale dato che riproporrai la “singolare protesta” a Paris Photo.
Desidero proseguire l’opera di sensibilizzazione anche dove si riunisce il “mercato” mondiale della Fotografia d’Autore, che era e rimane il mio obiettivo primario. Spero che qualcuno capisca che, nonostante le nostre mancanze strutturali, la Fotografia Italiana può proporre Autori e Immagini di alto livello.

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