Print Friendly and PDF

Al Castello di Postignano va in scena la storia della Biga

La Biga di Menteleone di Spoleto: Storia e Restauro La Biga di Menteleone di Spoleto: Storia e Restauro

La storia della biga sarà protagonista al Castello di Postignano (PG) da sabato 13 settembre a domenica 26 ottobre con la mostra La Biga di Monteleone di Spoleto: Storia e Restauro. 
La mostra, resa possibile grazie alla disponibilità del Metropolitan Museum of Art di New York, che ha gentilmente concesso le immagini della biga, sarà allestita presso la Chiesa SS. Annunziata e nella Sala Mustafà del Castello di Postignano, il borgo medievale recentemente restaurato, e illustrerà la storia della biga dopo la sua scoperta, avvenuta nel 1902, a Monteleone di Spoleto.

Si potrà anche ammirare lo straordinario lavoro realizzato dall’archeologa del CNR Adriana Emiliozzi, che tra il 2002 e il 2006, ha diretto lo smontaggio e il corretto rimontaggio del veicolo, di proprietà del Metropolitan. Un’accurata impresa scientifica che ha permesso di risolvere problemi di interpretazione dibattuti da tempo.

La Biga di Menteleone di Spoleto: Storia e Restauro
La Biga di Monteleone di Spoleto: Storia e Restauro

La biga, “the Golden Chariot”, è uno dei pezzi più importanti del museo newyorkese. Nel 2007, l’allora direttore del museo Philippe de Montebello, riallestì la sezione di “Archeologia greco romana”, ponendola al centro del percorso espositivo. Realizzata nel VI secolo a.C. per un notabile Sabino quale oggetto simbolico del suo potere, fu rinvenuta casualmente da un contadino in una tomba insieme ad un ricco corredo funebre. Venduta illegalmente dall’agricoltore per poche lire, la biga passò di mano più volte, arrivando a Parigi, eppoi a New York, dove fu acquistata dal primo direttore del Metropolitan, l’italiano Luigi Palma di Cesnola.

La bufera mediatica che scoppiò in Italia per l’esportazione illegale dello straordinario reperto durò poco. Seguirono anni di acquiescenza, fino all’ultimo dopoguerra. Il tardivo tentativo intrapreso dalle istituzioni italiane, supportate anche da un contenzioso internazionale condotto dall’avvocato di origine umbra, Tito Mazzetta, con studio ad Atlanta, USA, fu definitivamente archiviato dal Tribunale di Spoleto nel 2008.

Commenta con Facebook

leave a reply

*