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Alma-Tadema e i pittori dell’800 inglese. La collezione Pérez Simòn in mostra a Roma

John William Godward "La lontananza avvicina i cuori" (particolare)
Godward La lontananza avvicina i cuori 1912 Olio su tela,130,5 x 80 cm Messico, Collezione Pérez Simón © Studio Sebert Photographes (particolare)

 16 febbraio – 5 giugno 2014, Roma,  Chiostro del Bramante

Questa mostra è soprattutto un piacere edonistico, la bellezza femminile (muse, eroine o incantatrici), la fascinazione per l’antico, l’erotismo decadente. Le opere sono 50 e veniamo accompagnati alla loro scoperta da un etereo filare di petali che termina con il piacere olfattivo del profumo di rose dell’ultima sala.

I dipinti provenienti da collezioni private (esposti prima a Parigi ora al Chiostro del Bramante con prossima destinazione Madrid) fanno parte tutti della collezione dell’industriale messicano Juan Antonio Pérez Simòn, che per la sua raccolta ha privilegiato l’arte vittoriana, periodo  in cui l’economia inglese diveniva sempre più florida grazie ad una politica espansionistica, commerciale e coloniale.

Arte solo di recente recuperata dall’oblio e che si snoda in un periodo che va dal 1860 (anno in cui si scioglie la Confraternita dei preraffaelliti che riteneva gli artisti del Rinascimento maestri insuperabili)  agli anni antecedenti la prima guerra mondiale.

Alma Tadema Le rose di Eliogabalo 1888 Olio su legno, 132,7 x 214,4 cm 193,5 x 261,2 x 11,5 cm Messico, Collezione Pérez Simón © Studio Sebert Photographes
Alma Tadema
Le rose di Eliogabalo, 1888
Olio su legno, 132,7 x 214,4 cm 
193,5 x 261,2 x 11,5 cm
Messico, Collezione Pérez Simón © Studio Sebert Photographes

Una collezione con un unico filo conduttore: le femmes fatales, sensuali e lascive. Protagoniste dell’Aesthetic Movement (a cui Alma-Tadema non aderì condividendone i principi) erano i soggetti prediletti della ricca borghesia inglese che guardava all’antico come a un’età dell’oro. Per Millais, Rossetti, Burne-Jones e Leighton era possibile studiare le opere e i canoni della statuaria classica al British Museum, che si era avvalso del trattato, conseguente la disfatta francese a opera dell’esercito inglese, per l’acquisizione di numerose opere d’arte e oggetti preziosi come la Stele di Rosetta. In un periodo in cui la rivoluzione industriale aveva già dato prova dei suoi nefandi effetti (sfruttamento, povertà, conflitti sociali) gli artisti si rifugiano in un mondo arcadico, immaginario, in cui l’antichità è sinonimo di bellezza. Questa corrente estetizzante attraversa tutta l’Europa e si diffonde in tutte le forme d’arte, nell’arredamento come nella moda (le stoffe di Fortuny e Morris). I fiori vengono associati alla bellezza muliebre divenendo così l’emblema dello stile Liberty dell’epoca.

Nella prima sala: Confidenze sgradite (1895) di Alma-Tadema, pittore nato nei Paesi Bassi e trasferitosi a Londra nel 1870 dopo che aveva già visitato l’Italia in viaggio di nozze (1863). Subito il viaggio nell’antico con la suggestiva Agrippina con le ceneri di Germanico (1866) sempre di Alma-Tadema e la grande tela di Edwin Long: Esther (1878), ispirata alla vicenda tratta dal libro biblico di Esther, seconda moglie di Assuero che decise di presentarsi al cospetto del marito senza essere stata convocata per salvare gli ebrei di Babilonia. La scena trasuda tragedia e descrive gli attimi immediatamente precedenti in cui due ancelle aiutano Esther, il cui sguardo è rivolto altrove, ad abbigliarsi prima di recarsi dal re-consorte. Anche Leighton, rivolto più alla Grecia e alla sua scultura che a Roma, propone le sue eroine: Antigone (1882) che viene condannata a morte per aver seppellito suo fratello e la splendida Crenaia, la ninfa del fiume Dargle (1880), divinità greca protettrice delle rocce qui associata ad un fiume irlandese. Più inquietante la Venus Verticordia (pastello su carta, 1867) di Dante Gabriele Rossetti, uno dei fondatori della Confraternita preraffaellita, in cui sono presenti sia le rose, simbolo d’amore, che il caprifoglio, simbolo del legame amoroso, ma Venere, che tiene in mano la freccia di Cupido, sembra tener sotto controllo le passioni. Edward Burne-Jones, intriso di cultura letteraria, dipinse Il Pigmalione. I desideri del cuore (acquerello su carta, 1871) per illustrare le poesie di William Morris, suo grande amico, entrambi membri della Confraternita preraffaellita. In opposizione alla massiccia industrializzazione e standardizzazione Burne-Jones fondò insieme a Ruskin l’Arts & Crafts il cui scopo era il culto della bellezza nelle arti applicate.

FOTO GIOVANNI DE ANGELIS
FOTO GIOVANNI DE ANGELIS

Particolarmente evocativo è un olio di Alma-Tadema: Una domanda (1877) in cui è rappresentata la via dei Sepolcri a Pompei mentre sullo sfondo si intravede il promontorio di Sorrento. Il pittore, definito il “Winckelmannn della pittura moderna”, era rimasto profondamente colpito dalla dimensione quotidiana di Pompei, di cui aveva eseguito numerosi disegni e della quale disse è “così caratteristica, interessante, triste, così poetica e incantevole che veramente non vorrei staccarmene mai. Più si conosce questo luogo e più lo si ama”. Alma-Tadema suscitò l’ammirazione di D’Annunzio, oltre che per la bellezza decadente delle sue conturbanti eroine, anche per la raffinatezza degli oggetti rappresentati, reperti archeologici di cui spesso variava il materiale riproducendone l’aspetto. Nei suoi ‘quadri-museo’ sfruttava spesso le virtù cromatiche e luministiche dei marmi (a cui dedicò un testo) che, grazie al repertorio romano, conosceva molto bene. Attingeva, per le sue ambientazioni pompeiane accuratamente dettagliate, dal suo archivio fotografico facendo rivivere in  spazi antichi, seppure in abiti romani, la società del suo tempo: “Dopo tutto siamo discendenti degli antichi. I tempi cambiano, ma la natura umana non muta con loro.” Dopo aver seguito la scia di petali sulle pareti si arriva, avvolti dal profumo di rose, al gran finale di Alma-Tadema, Le rose di Eliogabalo (1888), tratto dalla vicenda narrata in Scriptores Historiae Augustae in cui il perverso e folle imperatore soffocò i suoi convitati con una pioggia di petali di viola e fiori, qui sostituiti dalle rose.

La contemporanea mostra – sempre a Roma, ma palazzo Sciarra – sulla pittura inglese dell’800 consente un utile raffronto e integrazione: clicca qui per leggere l’articolo

 

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Informazioni utili:

 16 febbraio – 5 giugno 2014
Chiostro del Bramante
Via della Pace 00186 Roma
www.chiostrodelbramante.it

Orario apertura
Tutti i giorni dalle 10.00 alle 20.00 Sabato e domenica dalle 10.00 alle 21.00 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Aperture straordinarie: 25 aprile 10:00 – 20:00, 1 maggio 10:00 – 20:00 e 2 giugno 10:00 – 20:00
Biglietti: Intero€ 13,00 (audioguida inclusa)
Ridotto € 11,00 (audioguida inclusa) 65 anni compiuti (con documento); ragazzi da 11 a 18 anni non compiuti; studenti fino a 26 anni non compiuti (con documento); militari di leva e appartenenti alle forze dell’ordine; portatori di handicap. Ridotto Gruppi € 10,00 prenotazione obbligatoria, min 15 max 25 pax, microfonaggio obbligatorio. Ridotto bambini € 5,00 bambini da 4 a 11 anni non compiuti. Ridotto Scuole € 5,00 prenotazione obbligatoria min 15 max 25 pax, Ridotto scuola dell’infanzia € 3,00 (prenotazione obbligatoria min 15 max 25 pax)
Ridotto Speciale€ 9,00 (audioguida inclusa) Guide con tesserino se non accompagnano un gruppo; giornalisti con regolare tessera dell’Ordine Nazionale (professionisti, praticanti, pubblicisti)
Omaggio(audioguida inclusa) Bambini fino a 4 anni non compiuti; accompagnatori di gruppi (1 ogni gruppo); insegnanti in visita con alunni/studenti (2 ogni gruppo); soci ICOM (con tessera); un accompagnatore per disabile.
Diritti di prenotazione e prevendita:
– Gruppi e singoli € 1,50 per persona – Scolaresche € 1,00 per studente
Lunedì universitario: Per gli studenti con tesserino universitario ingresso € 5,00 (anziché € 13,00) – AUDIOGUIDA IN OMAGGIO
Informazioni e prenotazioni T 06 916 508 451
Biglietteria online  www.ticket.it/almatadema
Informazioni didattica  didattica@arthemisia.it

 

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