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Considerazioni cimiteriali sul Miart2014

scheggiAl miart 2014 la cosa più chic è il ristorante Peck/Ruinart dove pranzare con una deliziosa porzione di melanzane e un calice di rosé millesimato. Dentro l’istallazione oltre tutto scura e riflettente, sembra davvero di essere a Milano, la capitale della moda e del design: i supervip della preview del giovedì mattina, a sua volta preview della preview per i vip del giovedì sera, sono sempre gli stessi, leggermente annoiati di non essere a Miami Art Basel: da Torino è però arrivata perfino la regina Patrizia Sandretto Re Rebaudengo.

Fuori dal separé nero, tra gli stand, come i fiori spuntano i Castellani e i Bonalumi, perfino gli Scheggi, a fiotti, sembrano le forsizie e i papaveri aprilini ai bordi dell’autostrada: di tutti i colori, bianchi e grigi, rossi e gialli, blu e verdi.

Coi morti, recenti morti e morituri i galleristi cercano affari sulla scia delle quotazione di Londra. Nei luoghi chiusi l’olezzo di troppe corolle fa però l’odore dei cimiteri.

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