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MoRE Museum presenta Erwin Wurm, goldiechiari e Massimo Uberti‏

A partire da Giovedì 20 giugno MoRE. Museum of refused and unrealised art projects presenta le sue nuove acquisizioni: nove idee per altrettante opere d’arte che gli artisti Erwin Wurm, goldiechiari e Massimo Uberti hanno donato al museo digitale che dal 2012 colleziona ed espone i progetti non realizzati di artisti del XX e XXI secolo.

Per i due ideatori Elisabetta Modena e Marco Scotti – il museo raccoglie ed espone progetti che siano stati appositamente pensati per occasioni specifiche in precisi contesti e che non siano stati realizzati per motivazioni tecniche, logistiche, ideologiche, economiche, morali o etiche. Lo scopo è quello di valorizzare, conservare e studiare attraverso attività di ricerca, esposizioni e sfruttando al massimo tutte le potenzialità del digitale questi progetti mai realizzati.

Nel suo primo anno di vita MoRE ha acquisito progetti di artisti di rilievo internazionale nel panorama dell’arte contemporanea, come Jonathan Monk, Ugo La Pietra, Cesare Pietroiusti, Deborah Hirsch, Paolo Scheggi, Davide Bertocchi, Davide Mosconi, Ivo Bonacorsi, Silvio Wolf, Grazia Varisco, Luigi Presicce, Valerio Berruti, Regina Josè Galindo, Jeremy Deller. Gli artisti hanno aperto i propri archivi personali, e condiviso con il pubblico le loro idee che per qualche motivo non si sono materializzate. Ogni progetto di opera d’arte è accompagnato da una scheda che la racconta in riferimento al percorso artistico dell’autore.

Il 20 giugno 2013 verranno presentate le nuove acquisizioni di MoRE, donate da Erwin Wurm, goldiechiari, invitati dalla curatrice Valentina Rossi, e Massimo Uberti, invitato da Ilaria Bignotti.

Erwin Wurm presenta ben sei progetti irrealizzati tra cui Mind Bubbles, progetto pensato per la sede centrale della Volksbank di Vienna progettatta dall’architetto tedesco Carsten Roth. Le sculture sembrano bloccate in aria, come in un incantesimo con il potere di gonfiare, distorcere, ingrandire o rimpicciolire, creando forme inaspettate e nuove realtà.
Big Suit Departing, progettato da Wurm per l’aeroporto Schönefeld di Berlino, consiste invece nella realizzazione di una figura di dimensioni colossali che in posizione inclinata del 50% pende nel vuoto in mezzo alla hall dell’aeroporto tedesco. Il “manichino” non ha nè testa nè arti, è completamente cavo e consente ai passeggeri di vedere attraverso ad esso. Questo lavoro è rappresentativo di tutto l’operato di Erwin Wurm, il quale ama distorcere la realtà che ci circonda.

moremuseum.wordpress.com/erwin-wurm

Il duo artistico goldiechiari ha appositamente realizzato degli acquerelli per descrivere il progetto di video Looking for the island, che si propone di documentare l’ecosistema artificiale della Garbage Patch, un’isola “discarica” di circa 2,500 km di diametro e un peso di 3.500.000 tonnellate, che si è spontaneamente costituita a partire dal 1950 nell’Oceano Pacifico. Il contrasto tra naturale e artificiale, paesaggio e industria è centrale nel progetto delle artiste, che vogliono registrare il viaggio delle piccole particelle di plastica rilasciate dall’isola nell’oceano per poi diventare mangime dei pesci, alimento del nostro stesso cibo.

moremuseum.wordpress.com/goldiechiari

Massimo Uberti ha condiviso due progetti. L’opera luminosa Esser Spazio doveva essere collocata all’esterno del Museo MAXXI. Coerente con la sua ricerca artistica tesa a tracciare forme e segni simbolici nello spazio pubblico, Uberti propone una frase e un motto al contempo, per chiedere ai visitatori di partecipare attivamente alla costruzione del Museo.

Orbite è invece un progetto site specific ideato per il Palazzo della Regione Lombardia di Milano: su due delle sue facciate Uberti avrebbe voluto installare il disegno luminoso di una porzione delle orbite del sistema solare. Il progetto si inserisce pienamente nella ricerca estetica di Massimo Uberti, volta a tracciare, frequentemente attraverso l’utilizzo del medium luminoso, immagini e segni all’interno dello spazio pubblico, ora per esaltarne le qualità storiche e geografiche, ora con effetti di spaesamento estetico.

moremuseum.wordpress.com/massimo-uberti

Il sito moremuseum.com è composto da un archivio di progetti interamente in formato digitale, reso possibile anche grazie alla collaborazione con il centro CAPAS dell’Università degli Studi di Parma, uno spazio riservato a esposizioni temporanee, e una sezione destinata a ospitare interventi critici e approfondimenti sul tema del “non realizzato”. Con questo obiettivo, intorno a MoRE si è costituito un network di professionisti provenienti dal mondo dell’arte contemporanea, storici dell’arte, critici, curatori e esperti del settore, che contribuiscono con le loro diverse professionalità alla crescita del progetto nell’ambito dell’associazione culturale Others.

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