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Silvano Bulgari – Statue Titolate

Il senso del tempo - inedito - bronzo patinato, oro zecchino, corten, 2009, cm 230x200x130

Una personale a Palazzo della Ragione con allestimento firmato Pierpalo Venier  

ALL’ORIGINE ERA IL TITOLO.
LE STATUE DI BULGARI SI RACCONTANO A MANTOVA
 
 

Il senso del tempo - inedito - bronzo patinato, oro zecchino, corten, 2009, cm 230x200x130

“Statue titolate” è la mostra che la città di Mantova dedica allo scultore e orafo Silvano Bulgari, una personale che fino al 21 giugno è possibile visitare nel medievale Palazzo della Ragione, splendida costruzione del 1250 dall’aspetto imponente sormontata da una costruzione merlata che chiude la piazza delle Erbe dalla parte orientale. Un’esposizione suggestiva che vede come co-autore Pierpaolo Venier, regista triestino che ne ha curato l’allestimento valorizzando le sculture ma soprattutto l’idea che c’è dietro ogni singola creazione. Nella grande sala affrescata del Palazzo medievale che, nella città dei Gonzaga e del Mantegna, era sede della Suprema Corte di Giustizia, Venier presenta un’esposizione al buio dove le uniche luci sono quelle dei fari che, scendendo dal soffitto, vanno ad illuminare le singole sculture di Bulgari di una classicità senza tempo. Nell’oscurità dello spazio e dell’inconscio, proiettati sul pavimento intorno alle basi che sorreggono le opere, i titoli ed alcune parole che riassumono il senso che quelle creature, uscite dal bronzo, dall’argento o dall’oro, avevano all’origine nella mente del loro autore. 

Anello mercurio, oro bianco meteorite, collez privata, 1998

Feroce – mente – sorgente sono le parole in libertà associate, ad esempio, al titolo La sete del male (2003, cm 50x45x35) che vanno a circondare, a “comprendere”, la figura di un assetato demone in bronzo patinato che tenta di abbeverarsi a un’acquasantiera. Nel momento in cui lo spirito accosta le labbra all’acqua questa si trasforma in ghiaccio (Pietra Rossa di Verona). L’inconciliabilità degli opposti può trasformarsi in sintesi. In Amor vincit omnia (2006, bronzo patinato, cm 77x53x53) un angelo e un demone si abbracciano su un piedistallo composto da libri. Il sapere è calpestato. Le ali cadute sono abbandonate ai loro piedi: vincere – perdere – tutto – non sapere – volare. Nel segno della dualità la potente, inquietante crocifissione intitolata Finalmente uomo (2003, bronzo patinato, legno di rovere, 160x80x33): uno scheletro umano, di prodigiosa perfezione nei dettagli, inchiodato su una grande e spoglia croce di legno. Fine – uomo – dio – solo.

I titoli di opere quali Dejanira e Lilith, due bronzi del 2006, rimandano ai mille volti dell’eterno femminino, così come le parole che le accompagnano: donna – compagna – strega – fedeltà – vendetta – libertà. Un bambino che – come un’Alice attraverso lo specchio – varca un grande orologio, racconta Il senso del tempo (2009, bronzo patinato, oro zecchino, Corten, cm 230x200x130). Un’esperienza sensoriale di un passaggio verso l’altrove, in uno degli inediti presentati in occasione della mostra.

Lilith, 2006, bronzo patinato, 58x50x63 collez. privata

La componente mitologiche delle creazioni di Bulgari, scultore e figlio d’arte nato a Milano il 29 giugno 1955, sottolinea il curatore Carlo Micheli, da vita a titoli e forme emblematiche. Come Dejanira, sposa di Eracle che per la gelosia ne causò la morte ma che, allo stesso tempo, è un asteroide della fascia principale del sistema solare. Lilith è invece un demone femminile della religione mesopotamica. Mitica prima moglie di Adamo e simbolo dell’emancipazione femminile. Rimandi continui al passato, alla cultura delle origini ed a un mistero che l’artista, “diavolo moderno, elegante e affabile che ha compreso da tempo come la vera pietra filosofale sia l’arte stessa” (Carlo Micheli) esplora andando a ricercare materiale extra terrestri come le meteoriti. Disseminate in schegge in alcuni punti del pianeta, vengono trovate da alcuni agenti che lavorano per lo scultore che le acquista e ne ricava intorno dei gioielli-scultura da indossare. Come Anello Mercurio in oro bianco e meteorite (1998) o Verre de Libia (oro giallo e meteorite, 1998). Veri e propri capolavori di arte orafa in cui sperimenta, oltre alle pietre preziose e ai materiali più tradizionali, nuovi elementi che contengono in s’è il fascino dell’infinito e dell’inesplorato. Schegge di senso, visibile e tangibile. Statue titolate verrà riproposta in altre prestigiose sedi italiane tra il 2009 e il 2010. La prima tappa prevista è Varenna, nell’estate 2009, nella splendida cornice di Villa Monastero. 

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Informazioni utili:

Silvano Bulgari, “Statue Titolate”
Regia/allestimento di Pier Paolo Venier
Palazzo della Ragione – Piazza delle Erbe, Mantova
9 maggio – 21 giugno 2009
Orari 10-13 / 16-18 (chiuso il lunedì e martedì)
Ingresso gratuito
Patrocini Comune di Mantova, Provincia di Mantova
Segreteria organizzativa ART-is  : 02 94608754
Sito www.silvanobulgari.it

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